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Badanti. baby sitter, camerieri: i minilavori che danno stipendio

Lucia Esposito
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Si stanno diffondendo sempre più i "lavori a chiamata": badanti, baby sitter e camerieri. Secondo la Cgia di Mestre cresce sempre di più, nel 2014, il ricorso al “lavoro a chiamata”, diffuso nei settori del commercio, della ristorazione/turismo e dei servizi e solitamente retribuito con “voucher”. Da quando questo sistema di pagamento è entrato in vigore, nel 2012, il loro utilizzo è più che triplicato, passando dalle 23 milioni 800 mila ore vendute a 71 milioni 600 mila ore stimate per il 2014. Con questo metodo di pagamento si è notevolmente ridotto il ricorso al "nero". Questo tipo di lavoro,  in assenza di un accordo scritto tra committente e prestatore d'opera, garantisce a quest'ultimo una copertura assicurativa e il pagamento dei contributi previdenziali per la durata del lavoro a chiamata. La dichiarazione - Il presidente della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, ha infatto detto: “Grazie all'introduzione di questa formula è stato possibile far emergere una quota di sommerso che altrimenti sarebbe stata difficile da contrastare.In più, chi viene assunto per poche ore con questi buoni può menzionare nel suo curriculum questa esperienza. Inoltre, per limitare l'utilizzo improprio di questi buoni, il legislatore ha stabilito che ognuno di questi deve essere orario, datato e numerato progressivamente. Tuttavia, la possibilità di aggirare la norma non manca: purtroppo, questa possibilità è presente in qualsiasi caso, figuriamoci quando si tratta di un accordo che, come in questa fattispecie, è di natura verbale”.

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