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La Fiat fa gola ai cinesi, il titolo vola in Borsa

Eliana Giusto
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Sergio Marchionne farà la grande alleanza di cui parla da anni all' ombra della Grande Muraglia? L' indiscrezione rimbalza su Automotive News solitamente molto ben informato su quanto accade fra Torino e Detroit. Piazza Affari ci crede spingendo il titolo ai massimi degli ultimi quattro anni: 10,42 euro (+8,15%). Passa di mano l' 1,2% del capitale in un crescendo frenetico d' acquisti che coinvolge anche Exor (+4,2%) e Ferrari (3,04%). Gli analisti del settore, però, sono un po' più scettici: che l' amministrazione Trump possa dare il via libera all' ingresso dei cinesi sul mercato americano attraverso Chrysler appare ai più incredibile. Sarebbe la sconfessione della politica dell' America First (prima di tutto l' America) che ha fatto vincere le elezioni. Ma neanche in Europa alzerebbero calici di gioia. È chiaro, infatti, i cinesi puntano a conquistare capacità produttiva ma, soprattutto tecnologia. Cioè il più importante vantaggio competitivo che resta in capo all' industria occidentale per fermare l' avanzata del Dragone. Perché una cosa è prendere Saab e tutt' altra Fca, terzo produttore europeo e ottavo nel mondo. Arretrare su un settore chiave per la manifattura mondiale come l' auto non sembra una scelta saggia. In ogni caso l' indiscrezione lanciata da Automotive News segnala che le pedine si sono messe in movimento. Marchionne vorrebbe arrivare al grande matrimonio entro la primavera del 2019 quando lascerà la guida del gruppo e il tempo stringe. Anche i cinesi paiono avere fretta. In particolare Wei Jianjun, uno degli uomini più ricchi della Cina, detentore del 40% della Great Wall Motor Companyche appare molto avanti nella trattativa. La casa cinese, quotata sulla borsa di Hong Kong e specializzata in suv e veicoli commerciali, è detenuta al 30% anche dal governo locale della città di Baoding. Vende autovetture in 60 Paesi, per lo più in via di sviluppo. È stata la prima società automobilistica cinese quotata ad Hong Kong con un' offerta da 1,7 miliardi di dollari Capitalizza 123 miliardi di dollari di Hong Kong, pari a circa 13 miliardi di euro. In Italia il marchio è presente dal 2006 con l' importazione di due veicoli: il Suv H6 e il pick-up Steed 5 che hanno riscosso un discreto successo grazie al listino basso. Nel dicembre del 2010 la Great Wall ha presentato anche la utilitaria Voleex, oggi venduta a prezzi molto concorrenziali. Tra gli altri gruppi automobilistici cinesi interessati ad al colosso italo-americano ci sarebbero Dong Feng Motor, Zhejiang Geely e Guangzhou, attuale partner di Fca in una joint venture in Cina. Una possibile vendita includerebbe Jeep e Ram, Dodge, Chrysler e Fiat, lasciando fuori Maserati e Alfa Romeo. Vuol dire che, oltre a Ferrari, gli eredi Agnelli si terrebbero gli altri due marchi di fascia alta riproponendo il famoso "polo del lusso" di cui si parla da quindici anni per il "made in Italy" a quattro ruote. Secondo quanto riportato da Automotive News, «almeno un'offerta» è stata presentata questo mese da un costruttore cinese, respinta da Marchionne perché non ritenuta sufficiente. Nel frattempo si sarebbero fatti avanti altri acquirenti. Funzionari del Lingotto si sono recati a Pechino per colloqui con i rappresentanti di Great Wall Motor, mentre delegazioni cinesi, la scorsa settimana, hanno visitato il quartier generale di Fca a Detroit. Nessun commento da Fca o dai gruppi cinesi. Ma la partita è agli inizi. E quando il polverone si sarà diradato difficilmente rivedremo sventolare il tricolore italiano. di Nino Sunseri

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