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Banche italiane, Moody's: "Sistema a rischio, troppo debito pubblico e crediti deteriorati".

Zaccardi Michele
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Moody's, il colosso del rating, ha fatto sapere di mantenere un outlook negativo sul sistema bancario italiano. La valutazione riflette la pressione cui sono sottoposti i nostri istituti per ridurre i crediti deteriorati (in gergo Npl), una redditività debole e una eccessiva esposizione creditoria nei confronti del governo. In altri termini le banche italiane hanno in pancia troppi titoli di debito pubblico, che per il momento è reso sostenibile dalle politiche della Bce ma potrebbe diventare un problema in futuro. Il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, parla di una "immagine che non rispecchia la realtà" in quanto lo stock delle sofferenze è diminuito del 25% da inizio anno". Moody's però fa le pulci al governo e definisce la crescita dell'1,3% del pil prevista nel 2018, "miglioramento marginale". Un miglioramento che "è improbabile possa condurre a una significativa riduzione dei crediti problematici" che scenderanno gradualmente ma rimarranno comunque alti se rapportati alle fragilità del sistema bancario italiano, sotto pressione per aumentare gli accantonamenti per far fronte a tali crediti. L'agenzia di rating ricorda che alla fine del 2016 i nostri istituti avevano iscritti a bilancio 349 miliardi di euro di crediti deteriorati, il valore più alto in Europa, e che rappresentava il 17,3% dei prestiti lordi (la media Ue era 5,1%). Sebbene gli accantonamenti siano saliti al 51% dello stock di Npl, tale valore è ancora "inferiore al livello che sarebbe richiesto per vendere questi asset sul mercato". Una nota positiva è la diminuzione dei flussi di Npl attesi per il 2018, che "ridurrà la necessità di nuovi accantonamenti e sosterrà la redditività". Tuttavia a causa dei bassi tassi di interesse e della limitata crescita dei prestiti, la capacità di generare utili resterà debole nel 2018. 

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