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Banche, Bruno Vespa: "Banca d'Italia, Ignazio Visco e il carisma scomparso. Come è possibile rinnovarlo per sei anni?"

Eliana Giusto
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Era "inossidabile","solenne", Banca d'Italia. Ma se quel "senso di infallibilità che si respira a via Nazionale è rimasto immutato", il "carisma è scomparso". Bruno Vespa, nel suo editoriale sul Giorno, premette di non aver "mai incontrato Ignazio Visco" ma di aver "conosciuto tutti i suoi predecessori da Guido Carli in giù", come "quell'autentico gentiluomo di Carlo Azeglio Ciampi" che quando "bruciò 63mila miliardi nel vano tentativo di salvare la lira, nessuno osò battere ciglio". E ora "la sicurezza, direi il piglio, con cui Visco è andato verso la conferma per altri sei anni di mandato (un tempo infinito, visti i tempi) lascia interdetti alla luce di quanto sta emergendo dalla Commissione d'inchiesta sul fallimento di alcune banche", commenta il direttore di Porta a Porta. Prima di Visco, Bankitalia aveva con ogni probabilità "autorizzato alcune operazioni assai poco prudenti nell'illusione di stabilizzare il sistema. Ma l'affettuosa attenzione manifestata dall'Istituto verso la Banca Popolare di Vicenza" e "l'auspicio" che Banca Etruria dovesse essere ceduta alla Popolare di Vicenza "lasciano interdetti". Vespa si augura che ora il governatore riesca a "difendere nei prossimi giorni durante il suo interrogatorio l'operato di via Nazionale" in modo "convincente". Insomma, conclude, "tutti hanno agito certamente in buona fede. Ma questo non toglie che vada fatta chiarezza fino in fondo, che vengano individuate le responsabilità personali e istituzionali e che se ne traggano le necessarie conseguenze".

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