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Corrado Passera, l'affare: si compra per 60 milioni il 72% di Banca Interprovinciale di Modena

Andrea Tempestini
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Corrado Passera torna a fare il banchiere. Aveva smesso nel 2011 accettando la carica di ministro con Monti. Aveva lasciato Banca Intesa. Ricomincia dalla Banca Interprovinciale di Modena: sette sportelli, 62 dipendenti, attività per un miliardo. Venti milioni di ricavi e dieci di costi operativi. Piccola ma solida. L'istituto, fondato nel 2009 ha trecento soci che da ieri sono certamente molto contenti. Passera, infatti acquisterà il 72% delle azioni in contante. Investirà complessivamente 51,6 milioni che corrisponde ad un valore d'impresa di 56 milioni (quasi quanto il patrimonio indicato in 60 milioni). Leggi anche: Passera a Libero: "Come si salva l'Italia" Chiuso questo passaggio ci sarà la fusione tra la banca e Spacs, la società che Passera ha utilizzato per raccogliere i seicento milioni necessari a finanziare il rientro. Poi la quotazione a Piazza Affari. Per fare l'acquisizione l'ex amministratore delegato di Banca Intesa ha speso poco meno del 10% delle risorse a sua disposizione. Il resto (all'incirca 550 milioni) verrà utilizzato per sviluppare il business. In che direzione? Certamente per sostenere le pmi. In questa attività Banca Interprovinciale vanta già una specializzazione. Ma è chiaro che il progetto non si ferma qui. L'obiettivo è quello di creare una banca digitale che, come tale, non ha un particolare radicamento territoriale. In questo senso l'operazione assume un significato ben preciso: Passera per poco meno di 60 milioni ha acquistato una licenza bancaria con cui lavorare. Non avrà problemi di costi vista l'esiguità del personale. Una piccola nave corsara per attraversare le acque del credito. Un nuovo modello di business. (N.SUN.)

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