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Lavoro: Usb Lombardia, no a caporalato applicare Ccnl Logistica a 'rider' (2)

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(AdnKronos) - "La chiamano innovazione, lavoro digitale, gig economy, solo per non dare tutele a questi lavoratori, in primo luogo un'assicurazione e il riconoscimento della posizione di lavoratori subordinati, che garantirebbe loro l'uscita dalla schiavitù e il contratto di lavoro del trasporto merci e della logistica - scrive in una nota il sindacato -. Eppure questi lavoratori, giovani e meno giovani, alcuni padri o madri di famiglia, senza contratto, vengono monitorati e i loro percorsi quotidiani tracciati attraverso algoritmi che ne valutano efficienza e produttività; controllati attraverso un moderno caporalato digitale capace di tagliare le commesse a chi non ha prestazioni di super efficienza". Basta scaricare un'App sui loro cellulari, "da lì inizia la moderna schiavitù: nessuna busta paga, ma carte di credito o prepagate su cui vengono accreditati i corrispettivi economici del lavoro svolto. Niente diritti, tutele, sicurezze". Usb chiede quindi che "venga a cessare questo moderno caporalato e che venga istituito un salario minimo contrattuale per i riders e ritmi di lavoro normati e umani, oltreché un regolamento e l'applicazione del Ccnl della logistica e del trasporto merci per far uscire dal sommerso questi lavoratori che quotidianamente rischiano la vita". Usb chiederà oggi stesso un incontro con l'Assessore alle politiche del lavoro del Comune di Milano Cristina Tajani: "È necessario che Milano si doti di un registro dei rider da cui le aziende possano chiamare i lavoratori e con il quale il Comune garantisca alcune tutele da costruire in un tavolo condiviso". All'Ispettorato territoriale del lavoro, inoltre, "chiediamo di prendere atto delle condizioni di lavoro esistenti in tutte le aziende che a Milano consegnano pasti a domicilio e nello specifico che apra una indagine". E "ai funzionari di vigilanza Inail che facciano i controlli necessari".

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