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Giovanni Tria, il ministro dell'Economia allo scoperto: deficit, euro e grandi opere, schiaffi a Lega e M5s

Giulio Bucchi
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Ridurre il debito pubblico, niente deficit, no all'uscita dall'euro e sì alle grandi opere. Il ministro dell'Economia Giovanni Tria parla per la prima volta, intervistato dal Corriere della Sera, e il suo profilo da tecnico sembra cozzare nettamente con le promesse e i toni (elettorali) di chi sostiene il suo governo, Lega e M5s. Su euro e deficit, infatti, fischieranno le orecchie agli economisti di Matteo Salvini, Borghi, Bagnai e Siri, decisamente più combattivi nei confronti dei paletti europei. Il ministro invece appare, ovviamente, molto più cauto. Sulle grandi opere, il suo è uno schiaffo bello e buono al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e alla combriccola grillina di No Tav, No Tap e affini. Leggi anche: "Ecco chi è la zarina di Tria", la donna che fa tremare il governo "La posizione del governo è netta e unanime. Non è in discussione alcun proposito di uscire dall'euro", sono le parole più forti di Tria, forse per placare la febbre dello spread e di Piazza Affari. "Il governo è determinato a impedire in ogni modo che si materializzino condizioni di mercato che spingano all'uscita. Non è solo che noi non vogliamo uscire: agiremo in modo tale che non si avvicinino condizioni che possano mettere in discussione la nostra presenza nell'euro". "Come ministro dell'Economia - aggiunge - ho la responsabilità di garantire, su mandato del governo, che queste condizioni non si verifichino. Le dichiarazioni del presidente del Consiglio sono su questa linea e il governo nel complesso è responsabile verso il Paese". Sulle politiche economiche, aggiunge, "l'obiettivo è la crescita e l'occupazione. Ma non puntiamo al rilancio della crescita tramite deficit spending. Abbiamo un programma imperniato su riforme strutturali e vogliamo che agisca anche dal lato dell'offerta, creando condizioni più favorevoli all'investimento e alla occupazione". "È centrale - prosegue il ministro - il rilancio degli investimenti pubblici, decisivi per rafforzare la competitività complessiva del Paese. Non rilanciano solo la domanda, ma aiutano a far crescere il rendimento atteso del capitale privato, dunque portano anche più investimenti privati". Resta l'obiettivo di un calo del debito nel 2018 e nel 2019? "Confermo che questo è l'obiettivo - sottolinea -. Per quest'anno è già tutto determinato e presidierò perché nulla cambi. L'obiettivo per il 2019 è di proseguire. Ovviamente sul modo in cui si rispetterà l'impegno conteranno anche le nuove stime sull'andamento dell'economia".

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