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Sergio Marchionne, l'addio anticipato a Fca e Ferrari: l'operazione, la salute, la degenza, cosa c'è dietro

Giulio Bucchi
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Un addio anticipato, imprevisto e forse imprevedibile. Sergio Marchionne potrebbe essere all'ultimo giorno da Ceo di Fca e presidente Ferrari, incarichi che avrebbe lasciato nell'aprile 2019. Ma c'è stata una accelerazione, con John Elkann che ha convocato d'urgenza i cda per stabilire chi sostituirà il supermanager, arrivato a Torino nel 2004 da quasi sconosciuto e in grado, in 10 anni, di rianimare un colosso moribondo, traghettarlo negli Usa e farlo diventare un protagonista internazionale.  Dietro quella "accelerazione", fonti vicine a Fca e Ferrari fanno capire nemmeno troppo velatamente che ci sarebbero le condizioni di salute di Marchionne. La sua ultima apparizione risale a fine giugno, quando ha consegnato le chiavi di una Jeep Wrangler all'Arma dei carabinieri. Poi è sparito nel nulla: si è operato alla spalla a inizio luglio in una clinica svizzera top secret. Un dolore che lo accompagnava da anni (qualcuno sussurra che sia questo il motivo della sua passione per i maglioncini) e acuito negli ultimi tempi. Dopo l'operazione, però, la degenza si sta allungando in modo preoccupante, di fatto costringendo Marchionne a restare lontano dal mondo Fca, il "suo" mondo. Probabilmente è stato lo stesso manager a chiedere a Elkann di affrettare i tempi dell'uscita e dare una guida certa e sicura all'azienda.

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