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Tasse, sull'Iva il governo pensa a un riordino delle aliquote

Matteo Legnani
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Un copo alla botte e uno al cerchio. E' la strada che potrebbe percorrere il governo nella vicenda dell'Iva per scongiurare che si inneschino le clausole di salvaguardia. Cioè, secondo fonti del ministero del Tesoro citato dall'Huffingtonpost, il modo per scongiurare l'aumento dell'imposta al 23% sarebbe quello di riordinare le varie aliquote. Già oggi, con l'Iva per la maggior parte dei prodotti al 22%, ci sono altri beni che godono di aliquote diverse: 10% (prodotti turistici, alcuni prodotti alimentari e particolari opere di recupero edilizio), 5% (prestazioni sociali, sanitarie o educative delle cooperative sociali) o 4% (generi alimentari di prima necessità, stampa e libri, opere per l'abbattimento delle barriere architettoniche, sementi, fertilizzanti). Ora si vorrebbe procedere a un ulteriore rimaneggiamento: "Ci sono prodotti a cui bisogna abbassare l'Iva, altri invece a cui bisogna alzarla", spiega una fonte del Tesoro: "Tutto ciò per andare incontro alle famiglie e alle fasce più basse. I prodotti che saranno rivisti al rialzo non sono stati ancora discussi. Alcune voci saranno ricollocate da un'aliquota all'altra". Il saldo, viene spiegato da fonti del governo, resterà pressoché invariato, ma se poi sarà in positivo o in negativo si vedrà solo a consuntivo ovvero quando gli effetti del riordino si saranno espletati. Quindi non si abbasserà o alzerà in modo significativo la cifra da trovare per bloccare l'aumento previsto da gennaio 2019. Leggi anche: Di Maio promette: "Il governo non alzerà l'Iva, avete la mia parola". Siamo a posto

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