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Debito pubblico, nuovo record a 2.104 miliardi di euro

I dati di Bankitalia relativi al novembre 2013 rivelano un aumento di altri 18 miliardi. Da inizio anno la crescita è stata di 114 miliardi

Matteo Legnani
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Da settimane Enrico Letta va dicendo a macchinetta che il 2014 sarà l'anno della ripresa e del rilancio. Lo ha ribadito in queste ore dal Messico, dove è in visita ufficiale prima di un ritorno a Roma che, tra rimpasto e legge elettorale, si annuncia rovente. Ma le ultime del 2013 sono notizie tragiche. La Banca d'Italia segnala infatti che il debito delle Amministrazioni Pubbliche è aumentato a novembre di ulteriori 18,7 miliardi, raggiungendo un nuovo massimo storico pari a 2.104,1 miliardi. Bankitalia sottolinea che l'aumento è riconducibile principalmente al fabbisogno del mese (6,9 miliardi) e all'aumento (11,5 miliardi) delle disponibilità liquide del Tesoro (che hanno raggiunto 59,0 miliardi).  L'incremento del debito nei primi undici mesi dell'anno è stato pari a 114,6 miliardi, dovuto principalmente al fabbisogno delle Amministrazioni Pubbliche (90,2 miliardi) e all'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (24,6 miliardi). Sul fabbisogno ha inciso per 12,8 miliardi il sostegno finanziario ai paesi dell'area dell'euro; in particolare, la quota di competenza dell'Italia dei prestiti erogati dall'European Financial Stability Facility è stata pari a 6,7 miliardi; i versamenti della terza e quarta tranche della sottoscrizione del capitale dell'European Stability Mechanism, effettuati nei mesi di aprile e ottobre, sono stati complessivamente pari a 5,7 miliardi. Dal 2010 il contributo italiano al sostegno finanziario ai paesi dell'area dell'euro è stato pari a 55,1 miliardi, di cui 33,6 miliardi riguardanti la quota dell'Italia dei prestiti dell'Efsf, 11,5 riguardanti la sottoscrizione del capitale dell'Esm e 10 miliardi relativi ai prestiti bilaterali in favore della Grecia (la cui erogazione è terminata alla fine del 2011).  I Consumi -  Parallelamente, l'Istat ha reso noto il dato sull'inflazione media del 2013, il cui tasso all'1,2% è il più basso dal 2009, primo anno duro della crisi. Un dato che è la spia di consumi ancora molto bassi. Nel dettaglio, le spese che nel 2013 hanno registrato i maggiori aumenti dei prezzi sono state Istruzione (+2,6%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+2,4%) e Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+2,0%).

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