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Crisi, Della Valle: "Due mesi per salvare l'Italia o addio ripresa"

Il patron del gruppo Tod's indica la via: "Bisogna eliminare le zavorre del Paese, burocrazia, storture della politica e credit crunch. Ma non ho mai pensato di entrare in politica"

Niccolò Gaetani
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"Abbiamo pochi mesi prima di toccare il fondo e non riuscire più a risalire". Questo, in sintesi, il pensiero di Diego Della Valle sul futuro del Belpaese. Intervistato da Il Sole 24 Ore, il presidente del famoso gruppo di abbigliamento si è scagliato contro l'attuale classe dirigente e contro i paradossi del nostro Paese, sempre più lontano dalla tanto auspicata ripresa: "Si allontana ogni giorno di più. Abbiamo un orizzonte temporale molto limitato, direi un paio di mesi al massimo, per introdurre quei cambiamenti di sistema che possono salvare l'Italia. Sento parlare - prosegue Della Valle - di fine del tunnel, ma la porta che divide la crisi dalla ripresa resterà aperta per poco: noi imprenditori, noi cittadini, dobbiamo mettere un piede nello stipite di quella porta e impedire che si chiuda. I politici da soli non sono in grado, è evidente". "Le banche tornino a fare il loro lavoro" - Burocrazia, storture della politica e credit crunch, sono queste le zavorre che frenano il rilancio e che non ci permettono di guardare al futuro con più ottimismo. "Senza creazione di lavoro i consumi non si rilanciano e il Paese non riparte", il concetto di fondo ripetuto durante tutta l'intervista. Una sorta di circolo vizioso, quindi, dal momento che anche chi ha ancora idee e voglia di fare finisce per scontrarsi con la rigorosa stretta sul credito: "Le banche devono tornare a fare le banche - continua il patron del gruppo Tod's - cioè ad ascoltare le esigenze di credito del territorio e in particolare delle imprese. Una volta questo ruolo le casse di risparmio, ad esempio, lo svolgevano egregiamente. Artigiani e piccoli imprenditori chiedevano un appuntamento con il direttore della banca, portavano in dote la loro reputazione di persone serie e oneste, idee e visione”. Proprio come fece suo padre, che così facendo gettò le basi per la creazione di Tod's. Ma per ridare slancio all'industria e all'artigianato bisognerà spingersi oltre e "ridare dignità, valore, fascino e peso sociale al lavoro in fabbrica. Pensi al mondo dei cuochi: dieci anni fa nessun giovane voleva iniziare quella carriera, oggi, complice forse persino una trasmissione come Masterchef, sembra il mestiere più glamour del mondo. Deve essere così anche per i mestieri d'arte artigianali". "Mai pensato di candidarmi" - Questa la ricetta di Della Valle per rimettere l'Italia in carreggiata. Ma, oltre al settore tessile, su cosa devrebbe puntare l'Italia? "Su un grande progetto turismo. Ci sono decine di milioni di turisti, cinesi compresi, che sognano di venire qui. Per mangiare, vivere come noi, stare al sole o sciare come noi, e soprattutto vedere il patrimonio artistico-culturale. Noi come rispondiamo? Abbiamo un sistema di promozione turistica federalista e in ogni regione o provincia o comune, o meglio ogni assessore, pensa solo al suo piccolo interesse e alla sua poltrona. Pensi anche agli aeroporti, brutti e impresentabili, soprattutto in confronto ai grandi scali mondiali… Ma questo vale per tutte le nostre infrastrutture: come dicevo prima, ci vuole un grande progetto Paese, che passa per il turismo e va pensato in grande, con una grande visione". L'imprenditore marchigiano indica la via ma, allo stesso tempo, continua a smentire una sua futura candidatura politica: "Mai voluto. E spero che le presone giovani alla ribalta in quest'ultimo periodo siano in grado di cambiare in tempi brevissimi l'approccio su come individuare e risolvere i problemi seri del Paese. Per questo sono un forte sostenitore della discontinuità, della classe politica e di quella dirigente. C'è bisogno di gente nuova che voglia bene al Paese e che non si preoccupi solo di difenedere la poltrona e i privilegi che ne derivano. Questo mondo è finito, bisogna solo voltare pagina".  

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