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Molte tasse e niente voti: così Monti non vince

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Se il Prof crede che a furia di gabelle gli italiani faranno la fila per lui alle urne si sbaglia: infatti nei sondaggi non si schioda dal 10-15%

Andrea Tempestini
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Ieri come tutti gli italiani ho pagato l'Imu e come tutti gli italiani ho smoccolato. Anche il mio amico del Pd ha tirato qualche benedizione all'indirizzo di Mario Monti: essendo scomparsa un paio d'anni fa la sua cara mamma, lui e la sorella hanno ereditato gli appartamenti che la signora possedeva in un paesino toscano e, grazie al presidente del Consiglio, hanno dovuto pagare una gran quantità di tasse. Se l'amico del Partito democratico (e immagino anche gli italiani) ieri, al momento di versare il saldo dell'imposta municipale sugli immobili, avesse però saputo come verranno spesi gran parte dei soldi che lo Stato ha incassato, credo che l'incazzatura sarebbe stata massima. Altro che tributo il cui pagamento è necessario per consentire di liquidare gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni, come ogni tanto si dice nel tentativo di giustificare l'iniquo balzello. Più della metà dei soldi se la metteranno in tasca i greci, gli spagnoli e i banchieri, cioè tutti coloro che essendo sull'orlo della bancarotta hanno bisogno di un aiutino. Se infatti sono veri i dati diffusi dal ministero dell'Economia e cioè che ogni famiglia è stata costretta a mettere mano al portafogli per 1.216 euro, la somma totale incassata dal governo supera i 23 miliardi di euro, l'equivalente di una manovra finanziaria. Detta in altre parole, quella appena saldata non è una super Ici, come tentano di far credere dalle parti dell'esecutivo nel tentativo di calmare gli animi: è una super stangata. E sapete che fine farà la montagna di soldi rastrellata dagli esattori di Palazzo Chigi? Gran parte (per la precisione 14,3 miliardi) sarà versata al Fondo salva Stati, quello che deve concedere aiuti alla Grecia e agli altri Paesi in difficoltà. Un altro po' di quattrini (circa 4 miliardi) saranno impiegati  per finanziare le banche che non ce la fanno. Il resto è assi probabile che sia disperso in mille rivoli, senza alcun controllo, come spesso accade al denaro pubblico, nonostante la spending review tanto propagandata dall'esecutivo. Il presidente del Consiglio può anche sostenere, contro ogni evidenza, che prima del suo intervento gli immobili non fossero tassati - di qui la necessità di correggere la stortura, allineandoci alla media europea -  ma si dà il caso che altrove nessun contribuente sia costretto a mettere mano ai propri risparmi per saldare il conto di un altro Paese. La Germania,  piuttosto che sborsare un euro per la Grecia, ha rischiato di mandare a gambe all'aria l'Unione e lo stesso ha fatto la Finlandia, che pure è messa meglio di noi. Ma se i finlandesi tengono ben stretti i cordoni della borsa, noi li apriamo, offrendo aiuti a destra e a manca. O meglio:  è Mario Monti  ad aprire il nostro borsellino distribuendo finanziamenti agli Stati che ne hanno bisogno. Ora, immaginate le reazioni degli italiani, cioè dei contribuenti, alla notizia da tutti attesa e cioè che l'ex rettore della Bocconi ha intenzione di candidarsi. Già vedo battaglioni di ragazzine strapparsi gli abiti di dosso, in delirio di fronte all'evento, e prevedo un esercito di supporter che da venerdì, giorno atteso per l'annuncio, invaderà le vie cittadine addobbate per il triste Natale. La mobilitazione sarà generale. Quel che non è ancora chiaro è però se gli smoccolatori, cioè coloro che hanno pagato l'Imu e anche altro e magari fanno parte degli esodati e di chi non può ricongiungersi alla pensione, saranno poi disposti a mettere la crocetta sul nome di Monti, il quale ufficialmente non si candida (perché al calduccio nel suo posto di senatore a vita), ma lo fa per interposte persone.  Ho provato a chiedere in giro a quale percentuale arrivino i probabili elettori del premier e la risposta degli esperti non è stata particolarmente incoraggiante: c'è chi dice il dieci e chi il quindici, nessuno il venti. Se è così, il tassator cortese si condanna a un insuccesso e purtroppo condanna anche il Paese ad essere governato da Vendola. Altro che salvare l'Italia dal baratro: candidandosi Monti ci spinge nella fossa. La sua discesa in campo, infatti, avrà il potere di produrre un solo effetto: dividere il fronte dei moderati. Una parte andrà con Casini e Montezemolo in appoggio al presidente del Consiglio, l'altra sceglierà Berlusconi. Risultato: vinceranno i compagni, i quali sono di certo sopra il 35 per cento. Deve essere questo il motivo per cui ieri il capo dello Stato ha avvisato il premier  di non avere nessuna intenzione di incoronarlo alla guida del Paese se non conquista i voti. Dicendo di non voler ripetere le scelte del novembre di un anno fa, ma di voler puntare a un incarico politico, nonno Giorgio ha tagliato le gambe al rettore, il quale desidera restare a Palazzo Chigi ma senza vincere le elezioni. Abituato ad essere cooptato, il presidente del Consiglio non si capacita della ragione di doversi sottoporre a un giudizio popolare. Fosse per lui la scelta del futuro governo l'affiderebbe a Angela Merkel, François Hollande e pochi altri. Già, ma di questo ce n'eravamo accorti:  per Monti noi non dovremmo mai votare, ma solo pagare. di Maurizio Belpietro

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