Liberazione, volano insulti contro la Brigata ebraica: alta tensione a Milano
L'editoriale di Maurizio Belpietro
Invece di inventarsi improbabili regali in busta paga, come ha fatto ieri promettendo 80 euro ai pensionati al minimo, sperando così che gli italiani dimentichino l’inchiesta della magistratura di Potenza, fossi in Matteo Renzi mi limiterei a licenziare Tito Boeri. E non perché mandare a casa il presidente dell’Inps sia una delle poche risoluzioni del rapporto di lavoro che non andrebbe a incidere sul tasso di disoccupazione, in quanto il professore potrebbe tornare a fare ciò che faceva prima, cioè il Bocconiano, ma perché, rispedendo in un’aula universitaria il numero uno dell’ente previdenziale centrerebbe un altro e più importante obiettivo: impedirgli di diffondere ogni settimana il panico fra i pensionati al solo scopo di finire in prima pagina.
Ormai la comunicazione di allarmanti riforme e di preoccupanti statistiche dell’Inps è diventato un appuntamento fisso nelle redazioni. Settimanalmente il brillante economista si impegna nell’escogitare uno scoop che attiri l’attenzione dei giornalisti. Una volta si tratta delle pensioni di reversibilità, giudicate troppo numerose ed eccessivamente pingui, un’altra nel mirino finiscono gli ultraottantenni, rei di percepire l’assegno pensionistico da oltre trent’anni. Periodicamente poi Boeri se la prende con i pensionati che il governo non ha ancora ridotto alla fame, insistendo sulla necessità di un taglio ai loro emolumenti per contribuire ad accantonare fondi (...)
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