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Il Parlamento della Crimeadichiara l'indipendenza dall'Ucraina

Nicoletta Orlandi Posti
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Il Consiglio Superiore (parlamento regionale) della Crimea ha dichiarato l'indipendenza dall'Ucraina ancora prima del referendum fissato per il 16 marzo prossimo e ha rinnovato la sua aspirazione ad entrare nella Federazione Russa. La risoluzione, entrata in vigore subito dopo esser stata approvata, è passata con il sì di 78 dei 100 deputati del parlamento dell'autonoma regione ribelle ucraina. La risoluzione è passata praticamente all'unanimità perchè al momento del voto erano presenti in aula 81 deputati. Nel corso della seduta, riferisce l'agenzia russa Interfax, i deputati del Parlamento regionale della Crimea hanno anche adottato una serie di decisioni a favore della popolazione tatara della penisola: "In particolare", ha spiegato il portavoce dell'assemblea legislativa regionale, "a sostegno della cultura e della lingua tatara, dello sviluppo del sistema pre-scolare, universitario in lingua tatara, insieme ad una serie di altri incentivi". I tartari preoccupati - Da parte loro i tatari di Crimea avvertono del rischio di rappresaglie sanguinose da parte dei jihadisti nel caso di un'annessione della penisola alla Russia, con il referendum di domenica prossima. "Abbiamo islamisti, wahhabisti, salafiti, gruppi che hanno combattuto (con l'opposizione) in Siria", ha avvertito Mustafa Jemilev, membro del Parlamento ucraino, parlando con il "Financial Times". "Un nemico è entrato nella nostra terra - ha detto, riferendosi alle forze militari inviate da Mosca - e noi siamo pronti. Non possiamo fermare le persone che vogliono morire con onore". Jemilev ha rivelato che numerosi militanti tatari lo hanno avvicinato, dicendo di voler combattere i russi per difendere la Crimea. Musulmani sunniti, di lingua turca, i tatari di Crimea rappresentano il 12% (per un totale di circa 290mila persone) della popolazione della penisola. Molti di loro, nei mesi scorsi, sono andati a combattere in Siria contro il regime di Assad a fianco dei ribelli. "Illegittimo" - L'ambasciatore dell'Ucraina alle Nazioni Unite a Ginevra, Yurii Klymenko, ha definito "illegittima" la dichiarazione di indipendenza della Crimea perchè l'autorità che l'ha deciso, il Consiglio Superiore (il Parlamento regionale) della Crimea, è totalmente illegittimo. Da parte sua Viktor Yanukovych ha ribadito in una conferenza stampa a Rostov sul Don di essere il legittimo presidente dell'Ucraina. Lo riferisce l'agenzia stampa russa Interfax. Il deposto presidente ucraino ha promesso di tornare nel suo paese appena la situazione lo permetterà e definito "illegittime" le elezioni presidenziali fissate per il 25 maggio. Yanukovych ha poi detto che chiederà al Congresso e alla Corte suprema degli Stati Uniti di valutare la legalità delle azioni del governo statunitense verso l'Ucraina. Yanukovich, che ha letto una dichiarazione senza concedere domande, ha insistito sul fatto che l'Ucraina "è in mano a una banda di ultranazionalisti e neofascisti" che vogliono scatenare "una guerra civile". "Sono il legittimo Presidente ucraino e il Comandante in capo delle Forze Armate - ha inistito Yanukovich - tornerò senza dubbio a Kiev, non appena le circostanze lo permetteranno".  Voli sospesi - Intanto tutti i voli verso la Crimea sono sospesi eccetto quelli che partono da Mosca. Lo riferisce l'agenzia France Presse. La sospensione dei voli è stata disposta dai miliziani pro russi che stazionano nell'aeroporto di Sinferopoli. I miliziani hanno preso il controllo del traffico aereo e un volo da Kiev è stato costretto a tornare indietro, non avendo ricevuto il permesso per atterrare.

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