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G7, furia su Mosca: "possibili nuove sanzioni". Putin alla Polonia: "Spartiamoci l'Ucraina"

Nicoletta Orlandi Posti
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Gli occhi sono puntati sull'Aja, esattamente sulla residenza del primo ministro olandese, dove è cominciato il G7 voluto da Barack Obama per fare il punto sulla crisi ucraina. La prima notizia che è emersa dall'incontro è stata l'espulsione dalla Russia dal G8 con coseguente cancellazione del Summit a Sochi e la scelta di spostare il G7 di giugno a Bruxelles. Lo hanno riferito fonti diplomatiche francesi dall'Aja. Da Amsterdam Obama ha assicurato che "l'Europa e l'America sono uniti nel sostegno del governo ucraino e del suo popolo" e che l'occidente "è pronto a imporre crescenti sanzioni contro la Russia con conseguenze significative per la sua economia". Grande assente dal summit sul nucleare, iniziale motivo dell'incontro, è il presidente Vladimir Putin. Al suo posto ha inviato il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov. La Russia dal canto suo, tramite il ministro degli Esteri,  ha fatto sapere di non essere attaccata al format del G8 e che una sua espulsione non rappresenta "una grande tragedia". Putin e l'accordo con la Polonia - Se all'Aja si cerca tracciare una soluzione del conflitto e confermare la linea comune sulle sanzioni verso la Russia, Putin continua i suoi piani di espansione. Ad aumentare le preoccupazioni la notizia di questa mattina che la Russia vorrebbe spartirsi l'Ucraina con la Polonia. L'intenzione è contenuta in una lettera che la Duma avrebbe inviato al ministero degli esteri polacco. La proposta del Partito liberaldemocratico russo (Ldpr) sembra ipotizzare una spartizione dell'Ucraina tra la Russia e gli altri tre Paesi confinanti, Polonia, Romania e Ungheria. In una lettera inviata alle ambasciate dei tre Stati membri dell'Ue, la formazione nazionalista ha proposto che referendum analoghi a quello svoltosi in Crimea si tengano in tutte le altre regioni dell'Ucraina che in passato erano appartenute ai Paesi vicini. Un portavoce ha negato che si tratti di "una spartizione di territorio", spiegando che sarebbe solo di tornare alla situazione precedente alla creazione dell'Ucraina da parte dell'Urss. "Essenzialmente, popoli che erano incompatibili per la loro natura psicologica e che per secoli si sono combattuti si sono ritrovati nello stesso territorio", si legge in un comunicato del partito. Tra le regioni in questione, ci sono le ex polacche Volyn, Leoopoli, Ternopil, Ivano-Frankivsk e Rivn e quella di Chernivtsi che quando faceva parte della Romania si chiamava Bessarabia. Il portavoce del ministero degli Esteri polacco, Marcin Wojciechowski , ha confermato l'arrivo della lettera, ma ha aggiunto che nessuno l'ha presa "seriamente" in considerazione. Secondo la televisione polacca TVP, simili suggerimenti da parte russa sono arrivati anche ad Ungheria e Romania per annettersi Transcarpazia e regione di Chernivtsi. A questo punto solo la zona centrale dell'Ucraina, compresa Kiev, rimarrebbe indipendente. A rischio anche la Moldavia - Ma i segnali allarmanti provenienti dalla Russia non sono finiti. La Nato ha lanciato l'allarme per possibile 'interesse' russo sulla Transnistria, zona autonoma della Moldavia a maggioranza russa. Secondo il generale Philip Breedlove, a capo del Comando alleato d'Europa, l'ammassamento di truppe al confine ucraino, registrato nelle scorse ore, potrebbe facilmente permettere lo sbarco all'interno della Moldavia. Intanto il presidente ad interim ucraino, Olexander Turchynov, ha ordinato il ritiro delle forze armate dalla Crimea. La decisione, ha spiegato, è stata presa a seguito delle minacce ricevute dal personale militare e dalle famiglie, ma anche dopo che le truppe russe hanno preso il controllo della base navale di Feodosia, l'ultima battente bandiera ucraina in Crimea, dopo l'annessione alla Russia. Un'ottantina di militari di Kiev sono stati fatti prigionieri e due sono rimasti feriti. Poi l'annuncio di Turchynov. Il g7 senza Putin - Anche di questo si sta discutendo a margine del terzo vertice mondiale sulla sicurezza nucleare al quale parteciparanno i rappresentati del G7 (senza Putin). L'incontro è stato fortemente voluto da Barack Obama per per mantenere la pressione su Mosca, dopo la bufera scatenata dall'annessione della Crimea alla Federazione russa. Le sanzioni imposte a Mosca da Stati Uniti e Unione europea per la crisi "avranno un costo per l'economia russa": ha assicurato il presidente americano in una conferenza stampa ad Amsterdam. 

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