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Gaza, finita la tregua: si torna a sparare

Ignazio Stagno
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A Gaza torna l'inferno. Dopo una tregua di poche ore si torna a sparare. Hamas rivendica l'attacco che ha ucciso almeno quattro persone in un kibbutz israeliano, vicino alla frontiera con la Striscia di Gaza, dove in serata le ostilità sono riprese con forte intensità. "Il nemico sionista ammette che quattro suoi soldati sono stati uccisi e dieci feriti nella regione di Eshkol da un razzo lanciato dalle Brigate Ezzedin al Qassam", afferma in un comunicato il braccio armato del movimento islamista palestinese. Su Twitter, invece, il portavoce militare israeliano, Peter Lerner, punta il dito su Hamas: "Ha chiaramente usato il suo cessate il fuoco per riorganizzarsi e pianificare attacchi estesi". Alta tensione - Le forze armate di Israele intanto hanno inviato messaggi sms e hanno telefonato ai residenti di Gaza nei quartieri di Shajaiyya, Zeitun ed Jabalya est, invitandoli a spostarsi immediatamente nel centro città. Secondo fonti sanitarie palestinesi è di almeno dieci morti, tra i quali nove bambini, il bilancio delle esplosioni che hanno investito il campo profughi al Shati di Gaza.  Le trattative - "Continuiamo a lavorare" per un cessate il fuoco umanitario, afferma il segretario di stato Usa, John Kerry. Gli fa eco Ban Ki-moon: "In nome dell'Umanità, la violenza deve interrompersi". I responsabili palestinesi e israeliani "devono dare prova di Umanità in qualità di dirigenti" e mettere fine alla violenza, per compiere un primo passo verso i negoziati di pace. Ha precisato di aver avuto "lunghe discussioni" con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, sollecitandolo a "interrompere la violenza e rispettare la sforzo congiunto della comunità internazionale e l'appello unanime per un cessate-il-fuoco umanitario". 

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