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Siria, intesa Assad-Obama: iniziati i primi voli di ricognizione

Luca Di Martino
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Gli Stati Uniti non hanno indugiato di fronte all'apertura del dittatore siriano Bashar al-Assad sulla possibilità di cooperazione contro l'Isis. Non solo Usa ma anche altre potenze occidentali hanno avuto l'ok a condurre azioni militari in territorio siriano, ma dovranno essere sotto "il pieno coordinamento con il governo siriano". Il quotidiano arabo Al Jeezera ha riferito che i primi voli di ricognizione sono stati effettuati questa mattina. Un'intesa inaspettata - Data la seria preoccupazione di Damasco di fronte all'avanzata dei miliziani islamisti in terriorio siriano, dove a Taqba per il controllo della base area (conquistata alla fine dal'Is) sono morti più di 500 persone, il governo siriano presieduto dal leader sciita Bashar al-Assad ha spalancato le porte ai governi occidentali, Usa in primis, per condurre un'azione militare congiunta e coesa contro il nemico comune, l'Is, lo Stato islamico, che in siria ha ampi raggi d'azione ma che soprattuo rappresenta la "palestra" per i reclutati islamisti. Azioni coordinate - Anche se il Ministro degli esteri Walid-al Moualem ha chiarito che eventuali raid aerei stranieri dovranno ricevere il nulla osta della Siria, secondo il quotidiano New York Times Barack Obama non ha intenzione di mostrarsi al mondo come il nuovo alleato del regime di Bashar al-Assad e, per ribadire questo particolare, ha spiegato che nello scorso fine settimana avrebbe già autorizzato voli di ricognizione sopra il Paese, senza il suo consenso. Intesa o non intesa, il timer per le incursioni aeree sta scadendo, come ha ha fatto sapere il capo di stato maggiore congiunto, il generale Martin Dempsey.

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