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Scoppia la ISIS-mania: in vendita magliette, portachiavi e adesivi dello Stato Islamico

Francesco Rigoni
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Sveglie, portachiavi, orologi, cuscini, persino tazze della colazione. Sorseggiando il caffelatte mentre magari si pensa a quelle teste mozzate nel deserto della Siria. Già, perchè i gadget che sono già in vendita su alcuni siti internet non sono quelli con la faccia della regina d'inghilterra o le opere pop di qualche artista americano. Ma quelli con la bandiera e gli slogan dell'Isis, l'organizzazione terroristica islamica che ha occupato parte di Siria e Iraq e che con i suoi video delle decapitazioni sta drammaticamente riportando il mondo all'era del post 11 settembre e della guerra in Iraq del 2003. Ci sono pure comode felpe con cappuccio e t-shirt 100% cotone, adesivi, pupazzetti. Dalle esecuzioni al business il passo è breve.  Lode a Maometto - La maggior parte delle magliette porta la scritta "Testimonio che non c'è altro Dio all'infuori di Dio e che Muhammad ne è il profeta", frase patrimonio dell'Islam tutto che compare anche sulle bandiere dell'Isis. È una frase comunissima nel mondo musulmano, che si usa ripetere 3 volte davanti a dei testimoni per affermare la propria conversione o l'appartenenza alla fede. La produzione in Indonesia - Sembra che gran parte della merce sia di produzione indonesiana. Perché l'Indonesia? Il paese asiatico ha una grande comunità musulmano sunnita, all'interno della quale si contano numerosi supporter dello Stato Islamico in Iraq e Siria. In Indonesia, inoltre, promuovere organizzazioni jihadiste non è illegale, tant'è che lo scorso febbraio a Jakarta era stata promossa una campagna di raccolta fondi pro-Isis. Gli Indonesiani sarebbero quindi i "fornitori ufficiali dello stile islamico", come recitava il sito Zirah Moslem. Una vera istituzione del settore: le loro t-shirt, di sostegno a diverse cause terroristiche e anti-israeliane, attraversavano l'Oceano per prezzi minimi, dai 7 ai 13 dollari. Il loro sito è stato chiuso lo scorso giugno, così come la loro pagina di Facebook. "Non è una questione di stile o di necessità, ma di Identità!" - Tra le pagine sopravvissute per il momento alla censura dei social si distingue Kavkaz Struggle Wear, che rivende magliette con la scritta "Io amo la Jihad" in inglese e in arabo. Un appello a un pubblico più ampio, alla jihad tutta. Ma non si vendono solo magliette. Rezji Islamic Clothing and Shop produceva anche dei pupazzetti di combattenti dell'Isis corredati di adesivi, simili alle bamboline in corda che si trovano in certi negozi di giocattoli. Sulla propria pagina Facebook l'azienda invitava i Musulmani a "essere di supporto" all'Isis comprando le loro polo 100% cotone con la scritta "Stato Islamico in Iraq e bel Levante" a soli 7 dollari. Anche il loro sito è stato ora chiuso. L'ISIS non è il solo gruppo estremista che possa vantarsi di avere dei capi di abbigliamento con il proprio marchio. In un negozio di Istanbul, in Turchia, sono in vendita anche le felpe di Jabhat Al Nusra, gruppo di militanti affiliati ad al Qaeda in Siria.

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