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Stati Uniti, ibernazione per salvare i soldati feriti in guerra

laura vezzo
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I dati non mentono: un quarto dei soldati americani morti in Iraq e Afghanistan potevano essere salvati. Sì, sarebbero ancora vive centinaia di persone se, dopo essere stati feriti, fossero stati sottoposti in tempo alle cure mediche. Il Pentagono sta quindi cercando una soluzione per risolvere il problema delle morti in battaglia, iniziando con il velocizzare l'arrivo dei soccorsi. Soluzione? Ibernazione - Ad aiutare i militari americani anche un medico australiano, Geoffrey Dobson, che ha sperimentato un farmaco in grado di modificare la reazione del corpo umano in caso di traumi, causando una sorta di ibernazione che obbliga il corpo a mantenere irrorati di sangue gli organi vitali. Aumentano così le possibilità che il ferito rimanga in vita in attesa dei soccorsi che possano salvargli la vita. Ottimismo - Il ministero della Difesa americano ha molta fiducia in questo metodo e ha accordato alle ricerche di Dobson un finanziamento di 550.000 dollari. Entro un anno dovrebbe iniziare la sperimentazione diretta. Se il nuovo farmaco si rivelerà davvero efficace, avrà il suo battesimo sui campi di battaglia, ma potrà essere utilizzato anche in molti altri settori.

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