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Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano ucciso in Afghanistan da un raid Usa

Andrea Tempestini
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Giovanni Lo Porto, l'italiano rapito da al-Qaeda in Pakistan nel gennaio del 2012, è stato ucciso nel corso di un'operazione dell'antiterrorismo Usa, lo scorso gennaio al confine con l'Afghanistan. L'obiettivo del drone della Cia che lo ha colpito era un compound di al-Qaeda, all'interno del quale si trovava Lo Porto, colpito insieme ad altri ostaggi americani. La notizia è stata diffusa dall'agenzia americana Dow Jones, che cita alti funzionari della Casa Bianca. E' stato poi lo stesso presidente americano Barack Obama ad ammettere il tragico errore: "Chiedo scusa all'Italia e alle famiglie delle vittime, in qualità di comandante in capo dico che è colpa mia". Oltre a Lo Porto, tra le vittime del drone Usa, anche l'esperto di sviluppo Warren Weinstein. La Casa Bianca ha confermato le notizie, aggiungendo che nel raid è stato ucciso anche Ahmed Farouq, un americano leader di al-Qaeda. Chi era Giovanni Lo Porto, il cooperante ucciso dal raid Usa La vicenda - Del nostro connazionale non si avevano più notizie da tre anni: insieme a padre Paolo Dall'Oglio, era uno degli ultimi due italiani rapiti ancora prigionieri di bande di sequestratori. Palermitano, Lo Porto aveva alle spalle missioni in Centro Africa, ad Haiti, due volte in Pakistan. Giovanni, di 39 anni e soprannominato Giancarlo dagli amici, era stato rapito il 19 gennaio 2012, portato via insieme al collega tedesco Bernd Muehlenbeck, 59 anni, dal compound di Multan (città di un milione e cinquecento mila abitanti del Punjab, nel nord del Pakistan e a cavallo del confine con l'Afghanistan). I due rapiti lavoravano per la ong tedesca Wel Hunger Hilfe, nel contesto del progetto finanziato dall'Unione europea per soccorrere la popolazione pakistana, colpita da un violento terremoto e da un'alluvione.

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