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La Russia accusa la Turchia: "Erdogan traffica petrolio con l'Isis, ecco le prove"

Andrea Tempestini
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Nuovo affondo contro la Turchia. Dopo l'abbattimento del jet, la rappresaglia russa continua. Mosca, infatti, mostra quelle che definisce "le prove" del fatto che il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, e la sua famiglia siano coinvolti nel traffico di petrolio dalla Turchia con lo Stato Islamico. La notizia è stata ribadita dai funzionari del ministero della Difesa russo, che ha parlato nel corso di un evento a Mosca. Nel dettaglio, la Russia di Vladimir Putin sostiene di aver individuato tre percorsi attraverso i quali il petrolio dell'Isis arriva in Turchia. Serghiei Rudoskoio, vice-capo di Stato maggiore russo, sottolinea: "Abbiamo scovato tre rotte principali per il trasporto del petrolio verso il territorio turco dalle zone controllate dalle formazioni dei banditi in Siria e in Iraq". Secondo il militare, inoltre, ci sarebbero una rotta occidentale che porta agli scali marittimi turchi sul Mediterraneo; una rotta settentrionale che conduce alla raffineria di Patma, in territorio turco; una rotta orientale, infine, che porta a una grande base nella cittadina di Zhizdra. Sempre secondo mister Rudskoi, infine, parte del petrolio dell'Isis che arriva in Turchia sarebbe destinato al mercato interno, mentre un'altra parte sarebbe venduta all'estero per la raffinazione.

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