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L'Ayatollah contro Liberoquotidiano.it: così boicottano il nostro sito in Iran

Andrea Tempestini
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In mattinata, Italia e Iran hanno siglato sette accordi tra energia, turismo e industria tecnologica. Ma nonostante le intese, non tutto ciò che è italiano è "libero" - in tutti i sensi - nell'antica Persia. La notizia viene rilanciata dall'inviata dell'agenzia stampa Lapresse a Teheran, che dà conto di quali siano i siti internet oscurati nella terra degli Ayatollah. Oltre ai "canonici" Twitter, Facebook e Instagram, si scopre che ci siamo anche noi di Libero: liberoquotidiano.it, in Iran, risulta inaccessibile. Non siamo i soli, però: tra gli altri siti censurati dal regime ecco quello de Il Foglio, l'Huffinngton Post e La Stampa. Curioso il fatto che, al contrario, siano consultabili sia il sito ufficiale della Santa sede così come quello di Reporters sans frontières, due entità tecnicamente "ostili" all'Iran. Infine, una curiosità: anche il sito della Bbc, a Teheran, non si può cliccare.

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