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Spagna, Madrid autorizza i poteri speciali: esautorato o deposto il presidente delle Catalogna. Verso la guerriglia

Andrea Tempestini
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La Spagna ben oltre la crisi di nervi nel dopo-referendum sull'indipendenza della Catalogna. Mentre si attende per le 21 di oggi, mercoledì 4 ottobre, il discorso del governatore catalano Carles Puigdemont, continuano le reazioni in Catalogna alle parole di re Felipe che ha promesso: "Difenderemo la Costituzione e l'unità". Durissima la replica del portavoce del governo catalano Jordi Turull all'emittente Tv3 "spaventoso, un errore da tutti i punti di vista". E ancora: "Per come si stanno mettendo le cose adesso la questione è repubblica o repubblica". Secondo Turull, Felipe, nel suo discorso alla nazione "si è fatto portavoce della strategia del premier Mariano Rajoy" e ha pronunciato parole di «enorme irresponsabilità". Quindi altre parole durissime arrivano dal dirigente del partito nazionalista basco moderato Pnv, Inigo Iturrate: "Felipe ha gettato benzina sul fuoco" ha commentato. E ancora: "Chi dovrebbe svolgere un ruolo di arbitro in Spagna non fa il proprio dovere, è un arbitro di parte" in una strategia di soffocamento della volontà di autogoverno del popolo catalano". Ma in questo contesto, la notizia più pesante arriva con alcune indiscrezioni raccolte dai media spagnoli, secondo le quali l'intervento del re dovrebbe aprire la strada all'applicazione da parte del governo di Madrid dell'articolo 155 della Costituzione spagnola, che consente, in caso di via libera da parte del senato di Madrid (controllato dal Pp di Mariano Rajoy), la sospensione parziale o totale delle competenze del governo catalano. Una sorta di piccolo "colpo di Stato" centralista. In caso di applicazione, la norma potrebbe permettere al governo spagnolo di prendere il controllo della polizia regionale catalana e convocare elezioni anticipate, o anche esautorare il presidente. "Smetta con questa follia - ha affermato rivolgendosi proprio a Carles Puigdemont Rafael Hernando, portavoce dei popolari in Parlamento - si dimetta per consentire ai catalani di andare alle urne". Fonti del governo spagnolo hanno fatto sapere che Madrid reagirà a un'eventuale dichiarazione di indipendenza del governo catalano. I toni usati sono durissimi: "A ogni azione illegale seguirà una risposta legale", hanno dichiarato le stesse fonti, per poi precisare che un dialogo con i catalani sarà possibile "solo dopo nuove elezioni". Il governo di Rajoy ha anche fatto sapere di considerare "fuori discussione" una possibile mediazione internazionale nella crisi tra Madrid e Barcellona.

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