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Cesare Battisti, il sospetto: l'arresto una messinscena per evitare l'estradizione?

Andrea Tempestini
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L'arresto di Cesare Battisti è stato confermato nella tarda serata di giovedì: un giudice brasiliano ha stabilito che dovrà restare in cella in seguito alle manette scattate per il suo tentativo di fuga in Bolivia. Il terrorista, condannato all'ergastolo per quattro omicidi e in fuga, è stato sorpreso con un grosso quantitativo di soldi non dichiarati e, pare, con della cocaina. Sempre giovedì, si è fatto nuovamente beffe dell'Italia affermando: "Non temo l'estradizione, l'asilo mi protegge". E mentre la nostra diplomazia è al lavoro per consegnare alle patrie galere il terrorista ex Pac, si fa strada un'ipotesi inquietante sul suo arresto. Quale ipotesi? Che sia tutta una messinscena per evitare l'estradizione. Il primo sospetto, infatti, è stato che quella di Battisti fosse una fuga per evitare di essere colto di sorpresa da un'eventuale decisione del presidente brasiliano Temer, sul quale l'Italia insiste per revocare il "no" all'estradizione di Lula che risale al 2010. Ma, come spiega La Stampa in un dettagliato e appassionante retroscena, "a pensar male a volte ci si azzecca". Il punto è che, leggi brasiliane alla mano, questo arresto, in fondo, al terrorista assassino alla lunga potrebbe convenire. L'esportazione illegale di valuta e il possesso di cocaina sono delitti penale in Brasile, e un processo in loco potrebbe "blindare" Battisti dal nuovo tentativo italiano di riportarlo qui. Sempre a La Stampa, lo spiega per filo e per segno il professore di diritto penale Davi Tangerino della Fondazione Getulio Vargas di San Paolo: "Secondo l' articolo 89 dello Statuto degli stranieri vigente, un cittadino di un altro Paese non può essere estradato se è in corso un processo per un crimine commesso in territorio brasiliano". Capito, dunque, la messinscena? E considerando i tempi dilatatissimi della giustizia brasiliana, prima che il processo finisca potrebbero passare anni. L'Italia, ora, potrebbe fare pressioni per ottenere l'espulsione di Battisti, ma anche in questo caso c'è un intoppo: Battisti è sposato con una brasiliana e si è visto riconoscere nel 2016 la paternità di un figlio di due anni e mezzo frutto di una relazione precedente. E qui scatterebbe l' articolo 75, che impedisce l' espulsione di stranieri che abbiano la tutela o facciano da sostegno economico ad un figlio brasiliano. Quindi né estradizione, né espulsione. Il sospetto, in definitiva, è molto concreto: il pluri-omicida terrorista, il codardo in fuga, si è studiato alla perfezione le leggi brasiliane per continuare a sfuggire alla giustizia? Possibile. Probabile.

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