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Corea del Nord, El Baradei: "Mai stato così vicino lo scontro nucleare. Con Kim Jong-un serve il dialogo"

Zaccardi Michele
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Mohamed El Baradei, egiziano premio Nobel per la Pace nel 2005, tra il 1997 e il 2009 a capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), è il simbolo della lotta contro la proliferazione nucleare. A Roma per un incontro organizzato dal Vaticano, El Baradei ha parlato del pericolo di un'esasperazione della crisi con la Corea del Nord. "Stiamo vivendo una situazione simile a quella che condusse all'invasione dell'Iraq nel 2003. Quello nucleare è un rischio vero". El Baradei si oppose all'Amministrazione Bush quando sosteneva che Saddam Hussein fosse in possesso di armi chimiche per giustificare l'attacco, e nel 2007 quando accusò Teheran di aver violato l'accordo sul contenimento del suo programma sullo sviluppo dell'energia atomica. "Non possono esserci Paesi più uguali degli altri, qualcuno con l'atomica, qualcuno protetto dall'ombrello di nazioni alleate e altri che non possono averla" ha detto El Baradei intervistato da La Repubblica. "Il Trattato (sulla non proliferazione nucleare, ndr) era stato firmato negli anni '70 ma solo da pochi mesi è stato adottato dall'Onu" prosegue il premio Nobel. "Trent'anni fa abbiamo detto no a queste armi, ma ora siamo in una situazione drammatica, vicini come non mai al loro uso". El Baradei si offre come mediatore della crisi con la Nordcorea, a patto che lo invitino a farlo. "Demonizzare il nemico non serve a nulla: dobbiamo trovare il modo di convivere, e poi magari trovare valori condivisi". È necessario evitare di compattare la popolazione con il regime, attraverso le sanzioni economiche, perché, in questo caso, "a subire i danni maggiori sarà la gente comune" che si stringerà intorno al suo leader, Kim Jong-un. "Il nostro primo obiettivo è rendere coscienti le persone del rischio che viviamo" sottolinea il diplomatico egiziano. "È il momento che la gente faccia pressione sui governi occidentali. Vogliamo l'abolizione totale della madre di tutte le armi di distruzione di massa". 

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