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Brexit, primo accordo tra Theresa May e l'Unione europea. Tusk: "Transizione a nostre condizioni"

Giulio Bucchi
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C'è il primo accordo sulla Brexit tra l'Unione europea e il governo inglese di Theresa May. Arriva poco dopo l'alba la fumata bianca: accolta benissimo dai mercati europei, che temevano un collasso finanziario e commerciale, con soddisfazione dalle due parti in causa, con gelo dagli euro-scettici. Nigel Farage, ex leader dell'Ukip, europarlamentare e soprattutto papà del referendum storico che ha decretato l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue, che già parla di "future umiliazioni" per Londra. Ma la premier May, preoccupata per le ripercussioni economiche di un divorzio traumatico da Bruxelles, ora dovrà fare i conti con le magagne interne: l'accordo con l'Ue su un "confine morbido" tra Irlanda (nell'Ue) e Ulster (Irlanda del Nord, fuori) di fatto crea un precedente decisivo per gli indipendentisti della Scozia. Da oggi, la secessione di Glasgow da Londra è un po' più vicina. Il "rapporto congiunto" messo a punto da Regno Unito e Unione europea sui tre principali punti del "divorzio" (i diritti dei cittadini comunitari, il conto da pagare per l'uscita e il confine tra Irlanda e Ulster) non indica nessuna cifra per l'impegno finanziario di Londra, ma solo la metodologia per calcolarlo e la conferma che saranno rispettati gli impegni finanziari presi dalla Gran Bretagna nell'ambito del bilancio pluriennale in corso, fino al 2020.  Il periodo transitorio di un paio di anni chiesto dal Regno Unito in attesa di delineare le relazioni future con l'Unione europea avverrà alle condizioni Ue, ha sottolineato con soddisfazione il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk dopo il suo incontro con la May. Per poter rimanere nel mercato unico e nell'Unione doganale nei due anni dopo la Brexit, ha precisato, la Gran Bretagna dovrà continuare a rispettare le norme europee, mantenere i suoi impegni finanziari anche per quel periodo e accettare il ruolo della Corte europea di giustizia su tutto questo. Per trattare gli accordi transitori, ha sottolineato Tusk, c'è "meno di un anno di tempo". L'accordo raggiunto è per Tusk "un successo personale di Theresa May", ma "le difficoltà maggiori devono ancora arrivare". Uno dei punti cruciali, quello del tema del libero scambio di merci (che più stava a cuore a Londra) passava dal confine tra Irlanda e Inghilterra, cioè Irlanda del Nord. La premier britannica Theresa May ha dichiarato che non ci sarà una frontiera fisica tra l'Irlanda e l'Irlanda del Nord, né tra Ulster e Inghilterra. Di fatto, se non si troverà un'intesa con l'Ue nella seconda fase della trattativa, la Gran Bretagna resterà nel mercato unico europeo secondo le regole di Bruxelles. "L'accordo raggiunto è equo per il contribuente britannico e permetterà al Regno Unito in futuro di investire di più nelle sue priorità nazionali". Il negoziato fra Ue e Regno Unito "è molto difficile" e l'accordo raggiunto nella notte è il frutto "di lunghe e intense discussioni". Il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker si è però detto "soddisfatto". Ora, ha proseguito, si potrà «guardare a un futuro in cui la Gran Bretagna "è un amico e un alleato: ci stiamo avviando verso la seconda fase del negoziato sulla base di una nuova fiducia reciproca". 

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