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Il vicino di casa (italiano) di Donald: "Come vivo nella torre di Trump"

Matteo Legnani
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Non sono quasi mai idilliaci i rapporti di vicinato e provocano una certa insofferenza. Questo succede sia nei quartieri periferici di tutto il mondo che all' interno della Trump Tower, grattacielo diventato ormai simbolo di New York. Si è detto pentito di avere acquistato lì un appartamento, utile solo «come pied-à-terre», e ha lamentato il «disagio forte» nonché il menefreghismo del presidente degli Stati Uniti nei confronti della sempre più difficile situazione patita dagli inquilini della Torre, Francesco Costa, imprenditore italiano, in un' intervista apparsa sul Corriere della Sera domenica 7 gennaio. A proposito del suo immobile, Costa sostiene che il valore sia crollato del 20-25% dall' elezione di Trump, il quale si è rifiutato di cambiare nome al palazzo quando gli è stato richiesto e non si occupa più dello stabile personalmente, cosa che all' inizio, quando «era un ottimo vicino», Donald faceva. Chissà, forse perché ora egli è impegnato in affari ben più importanti che riguardano il Paese intero?! Il dubbio sorge spontaneo. Non si capisce, del resto, come cancellare il cognome di Trump dal grattacielo possa incidere in modo positivo sulla vita dei suoi abitanti, dal momento che esso resterebbe sempre sede della seconda casa, quella newyorkese, del presidente degli Stati Uniti d' America, sita al 66° piano. «Uno che costruisce una torre in mezzo a Manhattan e la chiama con il proprio nome forse non è matto però ha un certo ego», ha affermato l' imprenditore a proposito del suo scomodo vicino, aggiungendo che il suo amico, Leonardo DiCaprio, che ha girato una scena di Wolf of Wall Street nella Trump Tower, «da allora non ci ha messo più piede». Dopo questa notizia non riusciremo a dormire di notte. Costa non ha risparmiato neanche Melania: «Nessuno può salire sull' ascensore con lei, nessuno può passare dal corridoio quando passa lei Insomma, fa un po' la first lady». Forse occorrerebbe ricordare all' imprenditore che Melania è la first lady, ruolo di cui avrebbe fatto volentieri a meno, soprattutto per la sua timidezza, ma che ha accettato e ricopre con impegno per amore nei confronti di suo marito. Per capire se vivere nel grattacielo più famoso di Nuova York sia davvero così terribile ci siamo rivolti a chi in quel palazzo ci permane da diversi anni, ossia all' imprenditore Lorenzo Capellini Mion. È vero che a Trump è stato chiesto di cambiare il nome alla torre? «Non mi risulta. La cosa peraltro non avrebbe giovato in alcun modo a chi, come me, in quel palazzo ci abita. Trovo che sarebbe una richiesta ridicola». Quali sono i disagi che siete costretti a subire? «Non li definirei con questo termine. Si tratta di controlli di sicurezza, che sono normali e celeri, peraltro eseguiti con estrema gentilezza e cordialità, per il bene collettivo. La Trump Tower è frequentata da decine di migliaia di persone ogni giorno nelle aree per il pubblico ed occorre proteggerle. Noi lì ci sentiamo sempre al sicuro. Insomma, è un gran bel vantaggio». Dalle parole di Costa emerge che gli inquilini della torre non sopportano il presidente, è davvero così? «No. Moltissimi residenti sono a favore di Trump e lo sostengono da sempre». Ma non è bello ritrovarsi le porte dell' ascensore chiuse in faccia da Melania che fa la first lady, non crede? «Questa è una sciocchezza. Melania non si è mai atteggiata e non lo fa adesso. Anni fa l' ho aiutata spesso a portare giù il passeggino del figlio nella hall o ad entrare nel palazzo. Sono stato in ascensore con lei. Oggi le misure di sicurezza a cui il presidente degli Stati Uniti e la sua famiglia devono, loro malgrado, sottostare o attenersi, impongono un certo protocollo. Melania adorerebbe stare in mezzo alla gente. Di recente mi sono trovato nella hall proprio mentre lei usciva ed ho chiesto alla sicurezza di potermi trattenere per salutarla. E la first lady, chiamata in codice "Muse" dagli agenti, mi è venuta incontro con un sorriso e la sua consueta affabilità, mi ha chiesto come stessero mia madre e la sua cagnolina. È riguardosa, è rimasta se stessa, non è vero che si è montata la testa». Ti dispiace che gli immobili all' interno del palazzo costruito da Trump abbiano perso valore? «Anche questo non mi risulta. Vivere nella Trump Tower è essere parte di un sogno, è un privilegio. Da sempre c' è un clima di armonia. Trump è gentile con tutto il personale che lavora nello stabile, si tratta soprattutto di immigrati. Ogni anno fa un regalo in denaro ad ognuno di loro, avendo cura di essere più generoso con chi ha avuto figli da poco». Trump è matto? «Sì, solo un pazzo si sarebbe messo contro la classe politica permanente, l' establishment del partito democratico e di quello repubblicano. Solo un matto avrebbe perso 600 milioni del suo patrimonio da quando è stato eletto ed esposto al pubblico ludibrio la sua famiglia». Le proteste davanti all' edificio sono finite? «Sì, la situazione è tranquilla. Quando ci sono manifestazioni, Donald vorrebbe correre in strada dai manifestanti, dialogarci. Ma la sicurezza lo blocca». Trump consuma solo cibi preconfezionati per paura di essere avvelenato: verità o fake news? «Si tratta di un fake gossip colossale. Donald adora il junk food. Consiglia a mia madre dove ordinare la più buona pizza di New York. Melania gli ha avrà ripetuto un milione di volte di non mangiare "schifezze". Essendo germofobico, è chiaro che i cibi industriali lo rassicurano, dato che sono sottoposti a stretti controlli, ma già durante la campagna elettorale ha vinto la paura dei batteri, stringendo le mani a tutti». di Azzurra Noemi Barbuto

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