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Vaticano, Papa Francesco riaccende le speranze dei teologi sotto censura

Giovanni Ruggiero
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Dietro l'immagine del pontificato di papa Francesco lanciato verso la modernità, si nasconde un mondo all'interno della Chiesa fatto di oppressioni e censure che richiamano a tempi che sembravano ormai soprassati da secoli. Ci sarebbe almeno un centinaio di teologi costretti al silenzio dalle gerarchie cattoliche, grazie a "strutture premoderne che di fatto appartengono al tempo delle monarchie assolute", come denuncia su Repubblica il gesuita Jorge Costadoat, professore del'università cattolica del Cile e direttore del Centro teologico Manuel Larrain. La libertà di parola nella Chiesa è un diritto sostanzialmente negato, almeno stando a racconti del teologo cileno che fa parte degli scrittori di Reflexiòn y Liberaciòn, il gruppo che nel 2013 aveva denunciato l'esistenza di una "lobby gay" in Vaticano. La natura stessa delle strutture che regolano la vita del mondo cattolico: "rendono possibile la violazione dei diritti umani nei confronti di certi teologi. Anni fa - ha aggiunto Costadoat - ho dovuto difendermi con la Congregazione senza aver diritto a un giusto processo. È stato un incubo. Mi sono ammalato". Leggi anche: L'ultima trovata del prete per portare la gente a messa: se vi becca l'autovelox... Il viaggio del papa in Sudamerica ha riacceso le speranze di diversi teologi perché le persecuzioni finiscano. Lo spera anche José Maria Castillo, 87 anni, gesuita tra i più importanti teologi europei. Nel 1988 fu allontanato dall'insegnamento per le sue posizioni critiche verso la Chiesa. Con altri 11 teologi nel 2005 aveva firmato un "appello alla chiarezza", finalilzzato a contrastare la beatificazione di Wojtyla. Da quel momento ha dovuto emigrare in San Salvador, dove ha potuto insegnare all'Universidad centroamericana José Simeon Canas. Del suo caso nel 1988 si era interessato anche Joseph Ratzinger, all'epoca prefetto dell'ex Sant'Uffizio: "Sta di fatto che senza alcun processo e senza darmi alcuna spiegazione mi fu tolto l'insegnamento. Per anni - ha aggiunto Castillo - ho vissuto con questa maledizione sulle spalle, guardato con sospetto da tutti". Leggi anche: I vescovi hanno già deciso di deve vincere le elezioni: ecco chi hanno scelto La censura è fortissima tanto in Sudamerica, quanto in Italia. Lo racconta ancora Castillo riferendosi a una vicenda in una diocesi italiana dove era stato invitato per parlare: "Il vescovo, sentendo del mio arrivo, ha proibito a tutti gli istituti cattolici di ospitarmi. E ha avvisato tutti ch enon era opportuno che venissero ad ascoltarmi. È questo il clima di paura che ancora esiste. Come esistono preti e vescovi che fanno la guerra al Papa". Leggi anche: Il papa sull'immigrazione? Parla Meluzzi: "Sarà una catastrofe" Castillo non ha dubbi che Francesco abbia intenzione di riabilitare tutti i teologi finora costretti al silenzio. Il pontefice però deve scontrarsi con resistenze molteplici perché vede intorno a sé: "una Chiesa che si fa bella della sua liturgia, che vive di denaro e ricchezze, che propone una religione pulita e linda senza incarnarsi nelle sofferenze degli uomini. Per lui non è facile". 

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