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Corea del Nord, nella testa di Kim Jong-un: atomica e Olimpiadi per non finire come Saddam Hussein

Giulio Bucchi
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L'escalation nucleare della Corea del Nord non è frutto della "pazzia" di un leader per certi versi folkloristico come Kim Jong-un. L'ultimo dittatore comunista del pianeta sa bene che la carta atomica è l'unico modo per non fare la fine di alcuni suoi illustri predecessori. Come ricorda Pino Nicotri, storica firma dell'Espresso, su Italia Oggi a Pyongyang (come a Teheran) hanno ben presenti i casi dell'Iraq e dell'Afghanistan, paesi-canaglia i cui regimi sono stati distrutti dagli Usa con guerre dirette o indirette. E Kim ha davanti agli occhi il modo, brutale, in cui è caduto Saddam Hussein, con tanto di processo-farsa e impiccagione. Leggi anche: Dopo il caos Hawaii, Trump sposta le truppe nel Pacifico Anche questo incubo spiega il comportamento del dittatore nordcoreano, tanto spavaldo e minaccioso nell'agitare lo spettro dell'attacco missilistico all'isola di Guam e alla costa pacifica degli Stati Uniti quanto abile, e imprevedibile, nel riallacciare i rapporti con il Sud capitalista e nemico acerrimo da 50 anni. Le Olimpiadi Invernali di febbraio, sottolinea Nicotri, sono diventate per Kim Jong-un il pretesto perfetto per rilanciare la "diplomazia del dialogo e della pace", fin qui mai praticata. Risultato immediato: la distensione con il Sud. Obiettivo successivo: congelare la possibilità accarezzata da Trump di passare alle maniere forti, anche solo per dimostrare agli altri nemici sparsi per il mondo che con la Casa Bianca non si può scherzare. La differenza tra Kim e Saddam

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