Cerca
Logo
Cerca
+

Nuova grana per Trump: scatta lo shutdown, al via il blocco delle attività federali

Benedetta Vitetta
  • a
  • a
  • a

Doveva essere un giorno di festa - il primo anniversario dal giorno del suo giuramento da capo degli Usa - ma per Trump quella odierna sarà invece una giornata complicata. Negli Stati Uniti è infatti scattato lo "shutdown", ovvero il blocco dell'attività amministrativa federale per mancanza di fondi. La temuta procedura è scattata dopo il voto negativo del Senato al provvedimento per finanziare il bilancio del governo. I repubblicani non sono riusciti a convincere i democratici per ottenere il minimo dei 60 voti necessari a superare l'ostacolo, malgrado le trattative e l'intervento del Presidente Usa.  Insomma, alla mezzanotte ora locale (le 6 in Italia) il Paese vive il suo primo "fermo" dall'ottobre 2013. Allora il blocco durò 16 giorni e coinvolse 850mila dipendenti federali che furono messi temporaneamente in congedo. Impossibile sapere per quanto tempo durerà questa nuova chiusura e i negoziati tra le due parti dovranno riprendere presto. Generalmente il governo federale cerca di continuare a garantire i servizi essenziali, come la sicurezza nazionale e quella pubblica, la giustizia, la sanità, le pensioni e il traffico aereo. Ma non tutti i dipendenti di questi settori continueranno ad essere pagati. Ecco cosa potrebbe succedere: ESERCITO: Il Pentagono ha detto che il personale militare in servizio attivo resterebbe al suo posto ma non sarebbe retribuito finché il Congresso non approva una nuova legge. Metà degli 800 mila dipendenti civili sarebbe messa a riposo senza paga. GIUSTIZIA: Entra in vigore il piano di emergenza: circa 95mila dei suoi quasi 111mila dipendenti continuerebbero a lavorare. Le corti federali, compresa la Corte Suprema, dovrebbero restare aperte. SANITA': I servizi essenziali dovrebbero essere garantiti, ma metà dei 82mila dipendenti potrebbero essere mandati a casa temporaneamente. E salterebbe il programma per la copertura sanitaria di 9 milioni di bambini non più rifinanziato.  PENSIONI: Gli assegni dovrebbero essere pagati e gli uffici dovrebbero rimanere aperti anche se con servizi ridotti.  FISCO: Nel 2013 furono fu messo a riposo il 90% dello staff e furono ritardate dichiarazioni dei redditi per 4 miliardi di dollari. TRAFFICO AEREO E FERROVIARIO - Non dovrebbe esserci un grande impatto. Possibili ritardi nei controlli. PARCHI NAZIONALI - Dovrebbero chiudere, come successe nel 2013, quando ai visitatori furono dati due giorni per lasciare i parchi, con una perdita di 750mila ospiti al giorno e un danno di 500 milioni di dollari. BORSA - Ci saranno conseguenze sulla metà delle autorità che controllano i mercati finanziari ma la Borsa dovrebbe essere in grado di continuare le sue operazioni.

Dai blog