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Papa Francesco, un altro fallimento: il caso-nigeriani, crolla la diocesi. Chi molla il Pontefice

Andrea Tempestini
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Papa Francesco non è riuscito a sanare la frattura - creata per motivi etnici - tra vescovi e sacerdoti ad Ahiara (Nigeria) e ha deciso di "commissariare" la diocesi. In un Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede si riferisce che il Pontefice ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ahiara, presentata da monsignor Peter Ebere Okpaleke, e al tempo stesso ha nominato Amministratore Apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis della medesima diocesi, monsignor Lucius Iwejuru Ugorji, vescovo di Umuahia. Leggi anche: Papa Francesco, sindacalista delle colf: dove si spinge La nomina di monsignor Peter Ebere Okpaleke a vescovo di Ahiara (7 dicembre 2012 da Papa Benedetto XVI) aveva creato da subito malumori e resistenze da una parte di un gruppo di sacerdoti e di laici, Okpaleke è appartenente alla etnia Iboe e non a quella Mbaise, maggioritaria nella diocesi nigeriana. Il 15 febbraio del 2013 monsignor Okpaleke chiese quindi "umilmente" di prorogare di alcune settimane il momento della sua Consacrazione Episcopale e della presa di possesso della diocesi, nella speranza di un miglioramento della situazione. Situazione che però non migliorò tanto che il vescovo fu consacrato il 21 maggio 2013, fuori della diocesi, nel Seminario maggiore di Ulakwo, Owerri. Monsignor Okpaleke non ha mai preso possesso della diocesi ma è stato costretto a risiedere ad Awka. Nel giugno 2017 Papa Francesco intervenne invitando il vescovo in Vaticano, confermando la sua nomina e chiedendo una lettera di scuse da parte di tutti i sacerdoti di Ahiara, ma non riuscì a sbloccare la situazione. Francesco ha quindi ora sollevato dall'incarico monsignor Okpaleke (da sua richiesta) e lo ha ringraziato pubblicamente "per il suo amore alla Chiesa". L'agenzia Fides precisa che Bergoglio nei mesi di giugno e luglio 2017, ricevette 200 lettere da parte di singoli sacerdoti della diocesi di Ahiara, in cui essi gli manifestarono obbedienza e fedeltà. Alcuni, tuttavia, fecero presente la propria difficoltà psicologica a collaborare con il presule dopo questi anni di conflitto. In considerazione del pentimento, il Papa non ha voluto procedere con sanzioni canoniche, incaricando la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli a rispondere a ciascuno di essi, in cui si esortava ogni sacerdote a riflettere sul grave danno inferto alla Chiesa di Cristo auspicando al tempo stesso il non ripetersi in futuro di azioni così irragionevoli di opposizione verso un presule legittimamente nominato dal Santo Padre. "Il Santo Padre - sottolinea una nota della Congregazione dell'Evangelizzazione dei Popoli riportata da Fides - è grato a quanti, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli, hanno mostrato vicinanza a monsignor Okpaleke e lo hanno sostenuto con la propria preghiera. È altresì grato ai Fratelli Vescovi della Conferenza Episcopale della Nigeria per il sostegno dato al loro confratello, al quale invia una speciale Benedizione Apostolica. Ringrazia poi il cardinale John Onaiyekan per il servizio prestato quale amministratore apostolico; inoltre monsignor Ignatius Kaigama, presidente della Conferenza Episcopale, e l'arcivescovo metropolitano di Owerri, monsignor Anthony Obinna, per gli sforzi compiuti nella penosa vicenda". "Il Santo Padre - continua la nota - non intende per ora nominare un nuovo vescovo in Ahiara, ma si riserva di continuare ad avere Egli stesso una speciale sollecitudine verso quella Diocesi, chiamando a collaborare un nuovo Amministratore Apostolico Sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis nella persona di monsignor Lucius Iwejuru Ugorji, vescovo di Umuahia, al quale concede tutte le facoltà riservate all'Ordinario. Il Santo Padre, che accompagna con la preghiera questa nuova fase della vita della Chiesa di Ahiara, auspica che con il nuovo Amministratore Apostolico si riprenda la vita ecclesiale e mai più si abbiano azioni che feriscano il Corpo di Cristo».

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