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Farah, la ragazza scomparsa a Verona e costretta ad abortire liberata dalla polizia in Pakistan

Davide Locano
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Era stata portata in Pakistan con l'inganno da suo padre, poi fu legata al letto per otto ore e costretta ad abortire. Una storia terrificante, la cui protagonista è una ragazza di origini pakistane residente a Verona. Ora, la ventenne è stata liberata dalla polizia a Islamabad. Lo scorso febbraio, Farah aveva detto ai suoi amici: "Ci vediamo tra una settimana". Da quel giorno, però, nessuno l'aveva più sentita. La studentessa - iscritta all'ultimo anno dell'istituto professionale Sanmicheli di Verona - era rimasta incinta di un ragazzo, anche lui pakistano, con il quale stava aveva una storia. La circostanza ha fatto infuriare il genitore fino a spingerlo a costringere la figlia a sottoporsi all'intervento. "Mi hanno fatto una puntura e hanno ucciso il mio bambino. Mio padre vuole che mi sposi qui", scriveva Farah alle amiche su Whatsaap. E poi in una nota audio ha raccontato: "Mi hanno sedato, legato a un letto e costretto ad abortire". La Farnesina era intervenuta chiedendo all'ambasciata d'Italia nella capitale pakistana di verificare con urgenza le notizie relative alla studentessa.

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