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Immigrati, il dossier segreto dell'Austria: respingimenti, espulsioni e deportazioni, il piano brutale di Kurz

Giulio Bucchi
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Pieno controllo delle frontiere esterne, rafforzamento di Frontex, arresto dei migranti ai confini fino al termine delle procedure di registrazione, vagliare le richieste di asilo fuori dai confini dell'Ue, protezione dei rifugiati lontano dall'Europa, corridoi umanitari solo per coloro che rispettano i valori europei, espulsione degli irregolari e deportazione in Paesi terzi in caso di mancato accordo con i Paesi d'origine. È la drastica ricetta anti-immigrazione dell'Austria, di cui la Stampa anticipa una bozza alla vigilia del drammatico Consiglio europeo. Non è un dettaglio marginale, perché il piano di Vienna, che rappresenta gli interessi anche del cosiddetto gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica ceca), è quello dello Stato che da domenica guiderà il semestre di presidenza Ue. Se le linee guida sono queste, sarà il trionfo di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Viktor Orban. Nel documento top secret, che il governo austriaco presenterà lunedì al Comitato per la sicurezza interna, si afferma come la redistribuzione di migranti nei paesi membri dell'Ue sia inaccettabile perché un pericolo per la sicurezza in quanto gli immigrati "a causa di fattori legati al loro background e alle loro scarse prospettive, hanno problemi nel vivere in società libere o addirittura nel rigettarle" e "molti di questi sono particolarmente suscettibili alle ideologie ostili alla libertà e/o inclini a rivolgersi al crimine". Il cambiamento di paradigma rispetto alle politiche europee degli ultimi anni è totale, una svolta sovranista che non può che allarmare Bruxelles. Anche di questo si parlerà oggi e domani, in una trattativa che sarà per forza di cose al ribasso. Ecco perché per Vienna e chi è sulla sua lunghezza d'onda è fondamentale mirare in alto, altissimo. 

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