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Libia, Matteo Salvini vuole la fine dell'embargo: armi per contrastare il traffico di immigrati, fuoco contro gli scafisti

Cristina Agostini
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"Armi ai libici contro gli scafisti" e missione nel Fezzan nel Sud del Paese per coinvolgere le tribù nel controllo dei flussi di immigrati. Il governo italiano vuole la fine dell'embargo sulle armi per Tripoli: "La Libia paga il prezzo di un embargo che non le permette di rafforzare i mezzi della Guardia costiera e proteggere i propri confini, per noi questo rappresenta un problema serio", ha detto il vice premier libico, Ahmed Maitig, in conferenza stampa congiunta con il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Leggi anche: Diritto d'asilo, la stretta brutale di Matteo Salvini. La circolare: che immigrati non vuole più in Italia Maitig chiede maggiore sostegno alle forze libiche in campo, ringraziando il governo italiano per "la collaborazione tra i due Paesi in diversi campi, primo fra tutti quello dell'immigrazione".  E ricordando che bisogna togliere l'embargo anche "per contrastare il traffico di esseri umani e controllare il nostro territorio, non riusciamo a garantire la sicurezza marittima perché siamo vittima di questo embargo". Sul tavolo, riporta il Messaggero, c'è l'impegno della guardia costiera di Tripoli a stroncare militarmente il traffico di migranti sulla costa. Intanto Salvini va avanti. E dopo aver visitato la Libia, annuncia che andrà in tutti i paesi del Nord Africa, e che la prossima settimana incontrerà l'inviato dell'Onu, Ghassan Salamè, per caldeggiare la fine dell'embargo contro Tripoli. Per il ministro dell'Interno l'asse Italia-Libia "deve tornare a essere strategico, fondamentale e irrinunciabile per i due paesi". 

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