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Open Arms, Josefa vuole denunciare Libia e Italia

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AdnKronos
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Palma, 21 lug.(AdnKronos) - La Open Arms è arrivata questa mattina in Spagna nel porto di Palma di Maiorca, con a bordo Josefa, la donna di origine camerunese salvata il 17 luglio scorso nel Mediterraneo, ad ottanta miglia dalle coste libiche. La camerunense intende denunciare la Libia e l'Italia per la vicenda che l'ha vista protagonista, l'affondamento del suo barcone di cui addossa la responsabilità alle autorità libiche e l'inattività e il rifiuto italiano di far sbarcare i cadaveri raccolti in mare nel porto di Catania. A scriverlo è il Diario de Mallorca. Oltre a soccorrere Josefa, la nave ha recuperato i corpi di una donna e di un bambino che, secondo la denuncia della Ong, sarebbero stati lasciati morire in mare dalla Guardia Costiera libica."La nave Open Arms dopo quattro giorni di navigazione entra finalmente nel porto sicuro di Palma di Mallorca", ha scritto su Twitter Oscar Camps, fondatore della Ong che aveva rifiutato lo sbarco in Italia. "Ci dirigeremo verso la Spagna anche se l'Italia ci ha dato la disponibilità di un porto di sbarco a Catania. Ma rifiutiamo il porto di sbarco italiano dopo le dichiarazioni del governo e per il fatto che non crediamo che in Italia ci sia un porto sicuro”, aveva dichiarato il direttore delle operazioni di bordo della Open Arms, Riccardo Gatti.Secondo quanto si legge sul sito del giornale Canal 4 una delegazione del governo delle Baleari - che si era offerto di far attraccare la nave, ottenendo il 18 luglio il via libera del governo di Madrid - insieme ad autorità sanitarie, tra le quali una psicologa, sono salite a bordo della nave. Dopo l'identificaizone della sopravvissuta al naufragio, la donna sarà affidata alla Croce Rossa che la trasferirà in ospedale.

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