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Gucci, un terremoto: cosa c'è dietro il clamoroso (e annunciato) divorzio con Frida Giannini

Andrea Tempestini
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La coppia forte di Gucci - forse troppo forte? - esce dal marchio di lusso più prestigioso del mondo. La direttrice creativa Frida Giannini e l'amministratore delegato Patrizio Di Marco, insieme anche nella vita (hanno una bambina), lasciano i rispettivi incarichi a loro affidati dalla multinazionale francese Kering. E lo fanno insieme. Dopo mesi di voci, finora smentite, che in effetti davano prima l'uno e poi l'altra in uscita. Per Frida giusto il tempo di presentare l'ultima collezione donna - autunno-inverno 2015-2016 - il prossimo febbraio, e poi la romana, classe 1972, nel brand fiorentino da 12 anni (anche se solo nel 2005 con l'uscita di Alessandra Facchinetti, ne diventa stilista a 360 gradi), sarà sostituita. La Giannini, che soprattutto nell'ultimo periodo aveva acquisito sicurezza e determinazione, dovuta in parte al successo delle sue collezioni e in parte alla consapevolezza di avere all'interno dell'azienda un grande appoggio (per l'appunto il compagno e papà di sua figlia), cede dunque il potere a chi verrà (si fa il nome del quarantenne italiano Riccardo Tisci da 10 anni a capo di Givenchy, gruppo Lvmh) di decidere il guardaroba più invidiato e desiderato. Se fosse Tisci, con il suo spostamento potrebbe riprendere movimento la scacchiera degli stilisti, dove c'è da riempire anche la casella di Schiaparelli (gruppo Tod's) lasciata libera da Marco Zanini, fatto fuori dopo sole due stagioni di alta moda. La curiosità è tanta. Quello che è sicuro è chi prenderà il posto di Di Marco, che ha lavorato per oltre 13 anni in Kering, cominciando nel 2001 come ad di Bottega Veneta e alla guida di Gucci per sei anni, dall'inizio del 2009. E dunque, nonostante «il suo carisma e le sue grandi performance», come sottolinea François-Henri Pinault, presidente e Ceo del gruppo Kering, ha gia un successore. Si chiama Marco Bizzarri, è nel gruppo francese dal 2005, dapprima come ad di Stella McCartney e poi dal 2009 di Bottega Veneta (dove ai vertici sono previsti arrivi da Zegna); nello scorso mese di aprile è stato nominato responsabile della divisione luxury-couture&leather goods del colosso Kering. Pinault ringrazia Frida per «la sua straordinaria passione, dedizione e per il suo contributo alla storia di Gucci». Ricorda che è «stata l'unico direttore creativo del brand per quasi un decennio e questo è un risultato davvero notevole, considerando il livello di responsabilità enorme come supervisore di tutti gli aspetti relativi al prodotto e all'immagine per un marchio così globale, durante un periodo di tempo così lungo. Le sono grato per i suoi risultati, per la sua creatività e la passione che ha sempre trasmesso nel suo lavoro». Ma un alone di mistero circonda i motivi che hanno spinto al congedo di entrambi. Certo la crisi si fa sentire, c'è chi dice che Gucci abbia forse perso un po' smalto registrando una crescita inferiore a quella dei principali concorrenti: nei primi nove mesi del 2014 i ricavi della maison, che genera la maggior parte degli utili di Kering, sono scesi, a parità di perimetro, dell'1,3%. La contrazione dei mercati orientali di alta gamma, unita alla crisi dei consumi in Europa, è un terremoto anche per le cattedrali del lusso. Frida Giannini ce l'ha messa tutta: è stata in questi anni l'artefice di un rilancio del gruppo per il quale ha firmato l'immagine complessiva, diventandone l'incarnazione e mettendo il marchio della propria creatività su ogni cosa, dal grande Museo inaugurato a Firenze all'ultimo accessorio. Gucciana perfino nella passione per l'equitazione che divide con Charlotte Casiraghi, testimonial blasonata della griffe tutta staffe e speroni, la stilista aveva sostituito nel 2006 la collega Alessandra Facchinetti quando il vuoto importante da riempire era, psicologicamente, quello di Tom Ford, dominus di Gucci fino al 2004 e quando lui se ne andò, Frida già macinava fatturato nella divisione accessori della maison dalle eleganti G. Ora il divorzio, insieme con il compagno. Chissà, forse la coppia era diventata un po' ingombrante. di Daniela Mastromattei

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