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Il blitz alle Entate per 1000 euroL'imprenditore rischia 8 anni

Luigi Martinelli è stato interrogato nella notte: accusato di sequestro di persona

Lucia Esposito
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  Luigi Martinelli l'uomo che ieri, giovedì tre maggio, si è barricato nella sede delle Agenzie delle Entate di Romano di Lombardi, in provincia di Bergamo è in carcere con l'accusa di sequestro di persona.  Il sequestratore, che ora si trova nel carcere di Bergamo, è stato interrogato fino alle tre di notte e ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a quel gesto disperato. Dall'interrgatorio è emerso che alcuni debiti contratti dall'imprenditore negli anni passati sarebbero stati condonati e che dovesse al disco circa mille euro. Adesso rischia fino a 8 anni di carcere. Nella conferenza stampa il procuratore di Bergamo e i carabinieri hanno detto che gli ostaggi non sono mai stati veramente in pericolo. "Si tratta di un'azione di protesta", ha detto il procuratore di Bergamo Meroni che ha aggiunto: "Monti era disposto a parlare con il sequestratore" L'ostaggio "Ho avuto paura di morire, ma soprattutto di rimanere ferito e invalido vedendo puntato contro di me  quel fucile. In quei momenti pensavo ai miei cari, ai miei genitori   anziani". Così Carmine Mormandi racconta, ai microfoni di Tgcom24, il  sequestro di cui è stato vittim. Sto bene, non ho riposato a causa della tensione accumulata",   aggiunge.    Il sequestrato, Luigi Martinelli di 54 anni, "si è accanito   contro di me, non so perchè, anche a parole - racconta l'ultimo dei 15  ostaggi liberati in serata-. Ha tenuto proprio me perchè io sono  entrato dopo l'irruzione e quando ho visto le mie colleghe   terrorizzate scappare via, io sono andato là. Appena sono arrivato  lui mi ha guardato e mi ha preso di mira senza motivo. Lui dice che   era assillato da qualcosa che non ho capito. Io ho provato a   chiedergli qualcosa e alle mie domande non ha risposto. Ha detto che   era disperato, ha più volte indicato me in quanto impiegato   dell'Agenzia delle Entrate".    Messaggi sms  In quelle lunghe ore "ho mandato messaggi continuamente sms col   cellulare a mio nipote a alla mia compagna. Dopo mezzoretta che   inviavo e ricevevo messaggi, mi ha sequestrato il cellulare. Poi mi ha  chiesto dell'acqua e lì potevo scappare ma vicino a me c'era quel   carabiniere (il brigadiere che ha curato la trattativa, ndr) che è   stato bravissimo. Gli ha parlato cautamente, gli ha fatto raccontare   della famiglia, gli ha fatto delle battute e scherzava in dialetto".   Nonostante la presenza del militare, la paura di morire è stata   tanta. "Al brigadiere Martinelli ha spiegato che voleva le telecamere   e poi, ha spiegato che ce l'aveva con Monti. In tutto questo il   carabiniere ha continuato ha scherzare e sdrammatizzare con il   sequestratore mantenendo la calma. E' stato bravissimo", conclude il   dipendente dell'Agenzia delle Entrate. Intanto le vedove degli imprenditori morti suicidi per le tasse chiedono ai sindaci delle targhe che li ricordino come vittime  

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