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Grecia, a furia di umiliazioni vincono i nazi-comunisti

Lucia Esposito
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  Un terremoto in Grecia. Dalle elezioni di domenica sei maggio, anche se i risultato non sono ancora definitivi,  emerge un dato certo a parte l'astensionismo al quaranta per cento. Il Paese boccia i partiti pro-euro. Crollano i socialisti del Pasok, e i conservatori di Nuova Democrazia (anche se si confermano primo partito). Boom della sinistra radicale e per la prima volta entra in Parlamento l'estrema destra neo-nazista di Alba d'OrataPuniti i due partiti principali pro-euro, uniti fino ad oggi in un governo di coalizione responsabile delle dure misure d'austerità, chieste dall'Europa per evitare il fallimento del paese. L'Alleanza di sinistra Syriza che sarebbe diventato il principale partito di opposizione, conquistando un secondo posto dopo Nuova Democrazia con il 15,5-18%. "Siamo chiaramente il primo partito", ha detto il ministro degli Esteri ombra di Nuova Democrazia, Panos Panagiotopoulos, alla televisione Mega, rivendicando la vittoria alle elezioni. Panagiotopoulos ha quindi riconosciuto il "forte terremoto" che ha colpito sia il suo partito sia i socialisti del Pasok.  

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