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Il lapsus di Alfano: "Berlusconi presidente della Repubblica"

Il segretario del Pdl scivola parlando di presidenzialismo. Imbarazzo e risate, poi il Cav: "Io candidato? Faccio quello che mi chiede il partito"

Giulio Bucchi
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Al Senato, nell'attesissima conferenza stampa del Pdl, si parla di riforme costituzionali: di presidenzialismo, di Terza Repubblica, di Mario Monti e di Giorgio Napolitano. Dopo Silvio Berlusconi, prende la parola Angelino Alfano. Pochi secondi e scatta il lapsus: "Come ha detto il presidente della Repubblica Silvio Berlusconi". Qualche secondo di silenzio, imbarazzo, Silvio sorride sornione, Alfano sembra meno allegro. In sala stampa scatta un applauso che stempera la tensione. Finita qua? No, perché a domanda precisa su una sua eventuale candidatura, Berlusconi replica sibillino: "Farò quello che mi chiederà il Popolo della Libertà". Berlusconi al Quirinale: voi lo votereste? Il sondaggio di Liberoquotidiano   Bersani frena - Palla al Pdl, dunque. Che, giura il Cav, non morirà (ma, aggiunge Berlusconi, "magari potesse sciogliersi insieme all'Udc e riunirsi in una federazione dei moderati..."). Ma palla anche al resto dei partiti del Parlamento perché se si parla di riforme costituzionali serve una maggioranza amplissima. Il Partito democratico, per esempio. E proprio il segretario Pierluigi Bersani a La Stampa avvisava: "Il presidenzialismo? Se ne può parlare, anche se io mi concentrerei più su quello che si può fare   con i tempi che abbiamo, e cioè su una modifica della legge elettorale col doppio turno". Questione di tempi, quindi. Un problema che non esiste secondo Berlusconi, perché "basterebbe un minuto per cambiare tutto". Un sospetto: se la candidatura del Cav verrà avanzata davvero, difficile che i democratici trovino il tempo per affrontare il tema caldissimo. Stronca al volo la proposta del Pdl anche il leader della Lega Roberto Maroni: "Ormai è troppo tardi".

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