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"Eccomi qua, sono un gay in divisa"La lettera al fratello di Gasparriche aveva detto no al "coming out"

Il vice comandante dell'Arma, fratello di Maurizio

Clemente, fratello di Maurizio: "Ammettere l'omosessualità non è pertinente allo status di carabiniere". L'appuntato risponde...

Andrea Tempestini
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E' finito nel mirino il numero due dei Carabinieri, il vice comandante dell'Arma, Clemente Gasparri, fratello del politico del Pdl, Maurizio. Perché? Il Gasparri carabiniere ha scritto su un social network: "Ammettere di essere gay, magari facendolo su un social network, come un graduato della Guardia di Finanza, non è pertinente allo status di Carabiniere". Apriti cielo. Per prime le reazioni secondo le quali le affermazioni dell'ufficiale "ci riportano indietro di decenni". Poi ecco il coming out di uno dei militari chiamati in causa, l'apppuntato scelto Marcello Strati, 49 anni, in servizio alla dogana di Como. La lettera al generale - Strati ha risposto a Gasparri con una lettera aperta: "Non so se sono io il 'graduato' della Guardia di Finanza a cui si riferisce nel suo discorso, e che ha 'ammesso' (come se si trattasse di una colpa) di essere gay. Forse sì o forse no, chissà. In ogni caso, caro Generale, eccomi qua, appuntato scelto della Guardia di Finanza Strati Marcello in servizio nel Corpo da 26 anni, attualmente a Como, al gruppo di Ponte Chiasso, fiero di appartenere alle Fiamme Gialle. Servo il mio Paese con onestà e senso del dovere. Ah, dimenticavo, sono omosessuale", ha scritto al generale. Quindi la denuncia: "Il suo 'consiglio' (e noi militari sappiamo benissimo cosa significa questo termine quando proviene da un superiore) a non palesare il proprio orientamento sessuale è un macigno che cade in testa a quei militari che, magari dopo tanta fatica e sofferenza interiore, avevano deciso di uscire alla luce del sole. Sperando di essere giudicati non per chi si portano a letto o per chi amano, ma solo in quanto buoni militari".  

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