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L'ultimo diktat della Merkel:"Volete aiuti? Cedete sovranità"

Poi tira fuori l'orgoglio: "Sconfitta al vertice di Bruxelles? Balle". Quindi insiste: "In Europa serve più rigore"

Andrea Tempestini
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  Dopo aver piegato la testa al vertice di Bruxelles del 28 giugno e il primo ok al fondo salva Stati, Angela Merkel torna a puntare i piedi. Ecco l'ultimo diktat della cancelliera: "Nessuna solidarietà senza controllo". La Germania, ha spiegato in un'intervista concessa alla tv ZDF, non mollerà nulla sul meccanismo salva spread. La Merkel è netta: "Qualunque tentativo di dire 'siamo solidali ma senza controllare nulla, senza alcuna contropartita', non avrà alcuna possibilità con me o con la Germania". Il discorso di Angela è semplice: chi vuole usufruire degli aiuti del fondo salva Stati e dell'acquisto dei titoli di Stato dovrà cedere sovranità nazionale, pena il "nein" della Germania. Merkel ha poi sottolineato che "se si ha una moneta comune questo significa, naturalmente, che oltre ai vantaggi ci sono degli obblighi e che le decisioni politiche di ogni singolo membro hanno effetto sugli altri Paesi". "Più rigore" - La Cancelliera è poi tornata a insistere sul rigore: "Dobbiamo avere un'Europa più impegnata sul rigore". E ancora: "Si deve dare alle istituzioni europee più potere di agire contro chi non rispetta le regole. Un controllo che sia vincolante e che non permetta di violare facilmente le regole che ci siamo imposte". La Merkel ha comunque riconosciuto che "nell'ultimo mese si è fatto di più che negli ultimi anni, ma tuttavia molto altro deve essere fatto. "Mai sconfitta" - La Merkel ha poi dichiarato con orgoglio che le interpretazioni secondo cui all'ultimo vertice Ue sarebbe uscita sconfitta "non trovano conferma nei fatti". Quindi ha ribadito che l'impegno di Berlino per salvare la moneta unica non potrà essere illimitato: "Le forze della Germania non sono infinite e noi come l'Europa affrontiamo una competizione mondiale che dobbiamo vincere per mantenere il nostro benessere. Questo è ciò che mi guida e per questo, si debbono cambiare alcune cose, anche con durezza, in Europa".  

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