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L'ultima mazzata per Gianfry: anche Fli gli dice di andare a lavorare

Gianfranco Fini visto da Benny

Futuro e Libertà sorpassato da Storace, Granata è preoccupato e chiede al presidente un "impegno in prima persona" per la campagna elettorale. Addio immersioni...

Giulio Bucchi
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L'ultima mazzata era stato il sorpasso da parte della Destra di Storace.  Per questo il coordinatore di Fli Fabio Granata ha chiesto «un impegno di Fini in prima persona» per rilanciare il partito. Come? «Campagna elettorale al posto delle vacanze». Addio alle amate immersioni di Gianfranco Fini, alle vacanze al sole di Ansedonia, ai frutti di mare e alla tintarella perenne. E un messaggio subliminale: vada a lavorare. Piani saltati - D'altronde, la situazione nel partito nato dalla scissione con il Pdl è drammatica. Nel 2010, dopo il divorzio da Silvio Berlusconi, Fini aveva assicurato ai suoi pretoriani un impatto sulla politica italiana ben diverso. Futuro e Libertà doveva diventare l'ago della bilancia, il riferimento dei moderati. L'unione con l'Udc di Pierferdinando Casini e l'Api di Rutelli era, nei piani del presidente della Camera, il trampolino di lancio per la corsa elettorale. Le amministrative prima, le politiche poi. Fini statista, Fini leader? Al contrario, da quell'unione (limitata a qualche voto in Parlamento, per la verità) ha tratto vantaggio soltanto Casini. Non tanto numericamente (l'Udc è comunque stazionario, intorno al 5% nei sondaggi) quanto per appeal e capacità di essere comunque polo d'attrazione. Pdl e Pd, destra e sinistra si giocano le proprie carte corteggiando Casini, non certo Fini. E infatti Gianfry nel gran ballo delle alleanze pare destinato a restare con la scopa in mano. Un po' come Antonio Di Pietro e Beppe Grillo, con una differenza: loro i voti li cercano proprio facendo leva sulla loro vera o presunta "estraneità al sistema" mentre Gianfry in quel sistema voleva entrarci, eccome. Esserne il perno, se possibile. Ma con un Fli sotto al 2% e senza spalle, uno sbarramento anche blando rischia davvero di lasciare il presidente fuori da Montecitorio e Palazzo Madama. L'appello di Granata - Da questa consapevolezza nasce l'appello, preoccupato, di Granata. "Il nuovo polo e Futuro e libertà convochino i propri 'stati generali', elaborino un programma innovativo, legalitario e di sviluppo consapevole e sostenibile, decidano candidato presidenza, eventuale ticket, listino e liste, definiscano e approvino il proprio codice etico e,all'indomani di Ferragosto, facciano partire la campagna elettorale". Come dire: finora non s'è fatto nulla, preoccupandosi semplicemente di seguire il corso degli eventi montiani e sottovalutando l'impatto negativo, nefasto sugli elettori. Il programma invocato dal coordinatore è impegnativo: un partito non si rifonda né si ridisegna in un mese. Figurarsi se il leader tace, forse perché impegnato un giorno sì e l'altro no con il boccaglio da sub.

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