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Ballarò, la prima puntata condotta da Giannini

Ignazio Stagno
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Una scrivania, luci basse e un monologo iniziale. No, non è ServiziO Pubblico di Michele Santoro, ma il nuovo Ballarò di Massimo Giannini. Dopo una serie infinita di polemiche e contestazioni interne alla Rai, parte il dopo-Floris. Giannini appare emozionato e comunque colpito dai comunicati dell'Usigrai che hanno contestato la scelta di viale Mazzini di ricorrere ad una risorsa esterna. Giannini ringrazia subito Giovanni Floris: "Senza di lui questo programma non sarebbe potuto diventare quello che è, ma bisogna cambiare. E anche a Ballarò occorre farlo". A questo punto, Giannini accarezza la Rai: "Il servizio pubblico va tutelato. Le critiche sono ingenerose. Questa è l'azienda più importante del Paese". Insomma dopo la firma del contratto Giannini ha scordato già le sue compagne anti-sprechi di viale Mazzini che portava avanti con ai tempi di Repubblica. Poi arriva la retorica sul giornalismo: "Ballarò sarà un programma di parte, ma rappresenterà la parte degli italiani. Fare del buon giornalismo è il nostro impegno". Il balletto - Dopo un break pubblicitario, Giannini si fa sorprendere mentre balla la nuova sigla di Ballarò scritta da Ivano Fossati. Superato il breve momento di imbarazzo, Giannini presenta il primo ospite Romano Prodi e subito dopo lancia la copertina con Roberto Benigni. Insomma l'inizio appare abbastanza moscio e sottotono. I guizzi di Crozza  nell'era Floris mancano. Ora sarà il pubblico a decidere cosa ne sarà del nuovo Ballarò. I dipendenti Rai lo hanno già bocciato. Adesso tocca attendere il responso dello share.  Copertina di Benigni - Intanto il tanto atteso "regalo" per gli italiani, così l'ha definito Giannini, a quanto pare è stato un narcotico. L'intervista di Benigni è stata francamente abbastanza triste. L'attore ha rispolverato la retorica che usa nei suoi spettacoli e dal punto di vista della satira politica ha lasciato qualche dubbio. Benigni ha prima puntato il dito contro Renzi: "Ha dato 80 euro agli italiani. Sono gli unici che sono rimasti in tasca". E ancora: "Ha promesso di cambiare tutto in millegiorni. Io lo tengo d'occhio e lo osservo. Aspetto i risultati". A questo punto Benigni parla di Mario Draghi: "Mi piace. E' determinato. E' il più italiano degli italiani. Ha un obiettivo fa diminuire il costo del denaro. Al punto che quando chiederemo 100 euro in banca dovremmo restituirne 50". Insomma battute a parte, Benigni comunque non usa il veleno contro il governatore della Bce. Infine risparmia anche il Cav: "Ormai la guerra ideologica contro di lui è durata 20 anni. Basta è inutile aggiungerne un altro. Ormai ha perso consensi...".  Terminata la copertina di Benigni, è il turno del primo faccia a faccia. L'ospite come detto è Romano Prodi. Di colpo dentro lo studio trionfa la noia. La prima domanda riguarda i 101 franchi tiratori. "Ma non mi ha mai bruciato! Il voto segreto è una cosa goliardica... Non ci ho mai creduto. Io non sono in corsa, Né per incarichi di carattere locale né Nazionale. IO penso che per me sia finita e mi sembra anche una bella fine. Gli atleti devono sapere quando ritirarsi", afferma Prodi. Poi è si parla delle riforme: "Si fanno una alla volta. Le cose che si dice verranno fatte bisogna poi farle vedere ai nostri partner. Cedere sovranità è necessario, ma all'Europa, non alla Germania. Questa Europa è diversa da quella che immaginavamo".  

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