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Pirellone, sale a 13 il numero degli indagati

Da Formigoni a Penati, dalla Minetti a Romano La Russa: l'assessore Zambetti è solo l'ultimo di un lungo elenco

Nicoletta Orlandi Posti
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Mai la Lombardia aveva visto tanti indagati seduti sugli scranni del Pirellone. Ad oggi sono tredici gli esponenti politici - fra giunta e consiglio regionale - sotto inchiesta della magistratura. Alcuni sono addirittura finiti in carcere, come l'assessore alla Casa Domenico Zambelli arrestato questa mattina per aver comprato dalla 'ndrangheta 4000 voti necessari ad essere eletto; l'ex consigliere segretario Massimo Ponzoni (Pdl), arrestato a gennaio con varie accuse fra cui la corruzione e la bancarotta fraudolenta; l'ex vicepresidente del Consiglio Regionale Franco Nicoli Cristiani (Pdl), che, arrestato, si è dimesso dal Consiglio regionale. L'altro ieri, è stato condannato in primo grado a due anni e mezzo per falso e truffa il consigliere del Pdl Gianluca Rinaldin mentre la scorsa settimana è stato chiesto il rinvio a giudizio per varie ipotesi di reato, fra cui corruzione, per l'ex vice presidente dell'Aula, Filippo Penati, ex Pd.  Nel mirino degli magistrati c'è pure il presidente Roberto Formigoni (Pdl), accusato di corruzione aggravata nella inchiesta sulla Fondazione Maugeri, il consigliere del Pdl Angelo Giammario, ex sottosegretario di Formigoni, per corruzione; l'attuale assessore alla Sicurezza, Romano La Russa, accusato di finanziamento illecito; la consigliera Pdl Nicole Minetti, a processo per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile nell'ambito del caso Ruby. In un'inchiesta per tifo violento è, invece, stato coinvolto l'assessore leghista Daniele Belotti.  Sono senza alcun incarico istituzionale, ma si sono comunque seduti sugli scranni del Pirellone, ed hanno guai con la giustizia anche l'ex consigliere leghista Renzo Bossi (dimessosi per l'inchiesta sull'uso dei rimborsi elettorali del Carroccio nella quale è accusato di appropriazione indebita) e l'ex assessore sempre leghista, Monica Rizzi, sospettata in passato di aver prodotto dossier proprio per screditare avversari interni di Bossi Jr.

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