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Senato, via libera al "salvadirettore"Va in carcere solo l'autore del pezzo

Con 122 sì, 111 voti contrari e 6 astenuti passa l'emendamento che prevede per i direttori condannati per diffamazione solo pene pecuniarie

Nicoletta Orlandi Posti
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  Il governo Monti è stato battuto al Senato sulla norma detta "salvadirettore". Con 122 sì, 111 voti contrari e 6 astenuti è passato l'emendamento messo a punto dal presidente della commissione Giustizia Filippo Berselli che esclude il carcere per i direttori ed i vice direttori responsabili di quotidiani e periodici in caso di condanna per diffamazione.  In carcere solo gli autori - La norma è passata al termine di una lunghissima votazione scandita dal ripetuto richiamo della presidente d'Aula, Rosi Mauro, ai senatori perchè si sedessero, presumibilmente per limitare che si votasse anche per gli assenti, con il fenomeno battezzato dei 'pianisti'. L'emendamento messo a punto da Berselli recita testualmente: "salva la responsabilità dell'autore della pubblicazione" il direttore o il vice direttore responsabile "che abbia partecipato con questi nella commissione del reato" di diffamazione a mezzo stampa, con l'attribuzione di un fatto determinato, "è punito con la pena della multa da euro 5.000 a 50 mila euro.  Salva la responsabilità dell'autore della pubblicazione, il direttore o il vice direttore responsabile, il quale omette di esercitare sul contenuto del periodico da lui diretto il controllo necessario ad impedire che con il mezzo della pubblicazione sia commesso" il reato di diffamazione a mezzo stampa, "è punito a titolo di colpa se tale reato è commesso, con la pena della multa da 2.000 a 20 mila euro. Qualora l'autore sia ignoto o non identificabile, ovvero sia un giornalista professionista sospeso o radiato dall'Ordine, si applica la pena della multa da 3.000 a 30 mila euro". Con l'emendamento si cancellano anche le modifiche apportate all'articolo 57 del Codice penale che erano state messe a punto dalla commissione Giustizia. L'emendamento è passato con "l'assoluta contrarietà" del Pd. Contro si sono espressi anche Idv, Udc e Api, astenuti tre senatori radicali eletti nel Pd. Sciopero - La Fnsi, federazione nazionale della stampa italiana, ha indetto per lunedì uno sciopero generale della categoria dei giornalisti.  

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