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E' stato liberato Andrea Calevo, l'imprenditore 30enne di Lerici rapito la notte tra 15 e 16 dicembre. "Grazie, sto bene, adesso voglio solo abbracciare mia madre", queste le prime parole, commosse, del ragazzo salvato grazie ad un'azione congiunta di Polizia e Carabinieri, e ora già tornato a casa, dalla famiglia dove ha festeggiato insieme a parenti e amici il Capodanno. Andrea è stato trovato da solo in via del Corso a Sarzana, nello scantinato dell'abitazione di un pregiudicato, a pochi chilometri di distanza da Lerici. Alla famiglia sarebbe arrivata una richiesta di riscatto da 8 milioni, a quanto pare decisiva per risalire alla banda.
Calevo: "Ho avuto paura di morire" - Poche ore dopo la liberazione, il 30enne ha fatto ritorn alla sua villa a Lerici, dove ha riabbracciato la famiglia e incontrato velocemente amici e cronisti. "Mi hanno portato subito lì e legato, non avevo orologo e non riconoscevo il tempo - ha raccontato in prima persona Calevo -. La mattina mi svegliavo e riuscivo a fare un po' di flessioni, ma il tempo non passava, non lo riconoscevo. Pensavo che oggi fosse già il primo gennaio". "Devo ringraziare tutti, le forze dell'ordine e voi che mi avete sostenuto", ha aggiunto, spiegando che comunque di essere stato nutrito. "Paura? Sì, di morire", ha poi confessato ribadendo comunque che i rapitori volevano solo una cosa: "I soldi".
Non conosce i sequestratori - "Non ho assolutamente capito chi erano e non conoscevo nemmeno Destri. Mi hanno detto che è un mio cliente, ma non l’ho mai conosciuto. Non ho mai avuto problemi con clienti e con nessuno. Abbiamo avuto sempre degli ottimi rapporti con chiunque e nella mia vita è la prima volta che mi capita una scorrettezza da parte di qualcuno. Non ho mai avuto nessuna minaccia e nessuna ritorsione e non ho mai litigato per questioni di soldi. Sono una persona che piuttosto che litigare cerca di trovare un accordo". Così Andrea Calevo parlando con i giornalisti. "Quando mi hanno portato via non parlavano tanto, stavano sulle loro e all’inizio non pensavo che mi volessero sequestrare, - continua l’imprenditore - ma che mi volessero liberare per poi liberare mia madre, mi sono accorto di essere sequestrato quando mi hanno portato dentro la stanza. "I rapitori arrivavano sempre con il volto coperto, - racconta Calevo dei momenti della prigionia - mi davano da mangiare, parlavano poco e mi trattavano bene, ma dopo 15 giorni che non succedeva nulla, gli animi si potevano scaldare e dicevano che poteva succedermi qualcosa. Dicevano che mi avrebbero venduto e che i nuovi rapitori, mi avrebbero trattato peggio di loro. Non mi hanno mai malmenato. La catena non era fissata bene e quindi potevo muovermi un po di più, ma non potevo liberarmi da solo da quella prigione".
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Commenti all'articolo
sparviero
02 Gennaio 2013 - 19:07
L'armata Brancaleone non merita altro!
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zydeco
02 Gennaio 2013 - 00:12
E' davvero incredibile! Delinquenti fanno un sequestro di persona e tiri in ballo Berlusconi? Ma vi hanno proprio fatto il lavaggio del cervello. Ma da voi se uno ha un IQ di piu' di 90 non lo prendete, vero?
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mab
01 Gennaio 2013 - 12:12
I già numerosi delinquenti nostrani non vengono accettati da altri paesi, neppure come regalo, in compenso il paese degli scemi importa in gran quantità schifosi delinquenti da tutto il globo, forse con lo scopo di appestarci più di quello che già siamo.
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