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Corriere della Sera, c'è una notizia: proteste contro Ferruccio De Bortoli

Ignazio Stagno
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Questa notizia non s'ha da pubblicare. Il famoso motto di manzoniana memoria - che pure conserva un'eco da parlata fiorentina - bene s'attaglia a quanto sembra essere capitato al Corriere della Sera e proprio a causa di quanto Libero ha scoperto sul conto di Matteo Renzi a Firenze. Il «caso» Renzi, infatti, tra le altre ripercussioni, sembra aver creato un certo scompiglio dentro la redazione del Corriere, da quel che sembra leggendo la lettera (il cui contenuto è stato rilanciato dal sito di Franco Abruzzo) che il comitato di redazione ha inviato al direttore Ferruccio De Bortoli. In sostanza, si ricorda al direttore che torna in ballo la questione delle collaborazioni dei colleghi dei «Corrieri» locali sul Corriere della Sera, collaborazioni interdette - ricorda il Cdr, da un «preciso accordo del febbraio 2011». Si intendeva discutere di un'eventuale nuova regolamentazione - e quindi nel frattempo era stato chiesto a De Bortoli la sospensione di tali collaborazioni. Ma, sottolineano i rappresentanti sindacali, la risposta di De Bortoli è stata quella della «pubblicazione di un pezzo di due colleghi del Corriere fiorentino con richiamo anche in prima pagina. Un pezzo che contiene un passaggio nuovo su una vicenda che, per il resto, da giorni viene trattata dal quotidiano Libero». È vero che «per un giornale le notizie vengono prima di tutto», riconosce il Cdr, «ma in questo caso si poteva benissimo continuare a rispettare l'accordo del 2011 così com'è stato fatto negli ultimi tre anni. Per non dire che alla luce dei pezzi già pubblicati su Libero sarebbe stato più opportuno mandare subito un inviato a Firenze». Insomma, il direttore non avrebbe dovuto pubblicare quella notizia fornita dai colleghi del Corriere fiorentino, o quantomeno avrebbe dovuto aspettare di mandare un inviato dalla redazione nazionale in loco. «A questo punto, ti invitiamo formalmente al pieno rispetto degli accordi sindacali in vigore, che possono sempre essere discussi ed eventualmente modificati, ma che al momento vanno rispettati senza incomprensibili forzature», si legge ancora nella lettera, che finisce con la sottolineatura del comportamento «molto grave» della direzione nei confronti del Cdr «e quindi di tutta la redazione che il Cdr rappresenta e ci riserviamo di trarre ogni relativa conseguenza». Insomma, una grana di non poco conto scoppiata nei corridoi di via Solferino a Milano, per una notizia da dare o da non dare, e su chi l'avrebbe dovuta dare, che contrappone, da quanto si evince proprio dalla lettera del Cdr, direttore e redazione, e coinvolge i delicati equilibri interni alla redazione stessa. Caso curioso. Ma sempre per curiosità guardiamo come i giornali all'estero parlano proprio di Renzi. Per esempio, il settimanale britannico The Economist lo giudica un «giocatore d'azzardo che va di fretta». È così infatti che definisce Renzi nell'articolo «Gambler in a rush», alle prese con una serie di sfide di governo molto difficili. «Questa settimana, infatti, sta chiedendo anche ai suoi colleghi leader della zona euro di scommettere», si legge nel settimanale. Nonostante la buona accoglienza internazionale, per il settimanale i leader si riservano di giudicare il «giovanile» Renzi e i suoi piani straordinariamente ambiziosi. di Caterina Maniaci

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