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LA TRUFFA NO GLOBALil fidanzatino del corteo di Roma in prima fila tra i devastatori

Giulio Bucchi
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Per 48 ore è stato dipinto come un eroe. Addirittura c'è chi ha consumato parecchio inchiostro per spiegare, non si sa sulla base di quale elemento di prova, che quei due ragazzi - che sembravano i fidanzatini di Peynet fotografati abbracciati - fossero capitati per caso in mezzo agli scontri che sabato scorso hanno devastato Roma. Invece, ma sia ben chiaro che non è un'attenuante per l'aggressione del poliziotto alla ragazza, il giovane che si vede in quelle immagini proteggere eroicamente la fanciulla in lacrime è tra i manifestanti più scatenati della contestazione del 12 aprile scorso nella Capitale. Il poliziotto, invece, si è presentato spontaneamente in questura e ora rischia grosso. Il doppio volto del ragazzo-eroe lo ha scoperto il sito Dagospia e lo rende noto pubblicando una sequenza in cui si vede il «pacifista» girare praticamente irriconoscibile, con occhiali neri e sciarpa rossa sul naso al fianco dei compagni più violenti. A parte la corporatura, il ragazzo è identificabile giusto per i capelli e l'abbigliamento. E sul sito di Roberto D'Agostino lo si vede aggirarsi mascherato, poi scappare dalla polizia e, infine, abbracciare la ragazza sdraiata all'inizio di via del Tritone mentre un poliziotto la calpesta, salendole di peso sulle costole. Un «poliziotto cretino», lo ha definito ieri mattina il capo della Polizia, Alessandro Pansa, che, rispondendo a chi chiedeva di commentare l'episodio, spiegava: «È un cretino che dobbiamo identificare e che va sanzionato, perché ha preso a calci una ragazza che stava per terra». Un poliziotto che, come ha fatto sapere la Questura di Roma in serata, ieri si è presentato spontaneamente ai colleghi della Digos spiegando di «essersi riconosciuto dalle fotografie». Ma, il prefetto Pansa, sempre a margine del quarto congresso del Silp Cgil in corso a Perugia, ha anche speso parole di apprezzamento per le altre centinaia di poliziotti, che sabato «hanno lavorato e vanno applaudite per come hanno operato e per come hanno agito con grandissima correttezza, mantenendo l'ordine pubblico e non eccedendo assolutamente», anzi, ha concluso il prefetto, «esercitando la forza nei limiti corretti, come è previsto dall'ordinamento». Ora il poliziotto che si è consegnato ai colleghi del primo piano di via di San Vitale è in attesa di conoscere i risvolti disciplinari di una vicenda che, chiaramente, dopo le durissime parole del capo della Polizia, non potrà esaurirsi così. Se ci saranno conseguenze penali, invece, è ancora da capire. La procura ha aperto un fascicolo, ma la ragazza vittima del calpestamento non è ancora stata rintracciata e pare che non abbia sporto denuncia. Sarà lei a dover decidere se presentare querela per l'aggressione subita. In quel caso, come tutti gli episodi di violenza esplosi in quella giornata di terrore, il fascicolo finirà sulla scrivania del sostituto procuratore Eugenio Albamonte, che intanto ha chiesto al gip di convalidare gli arresti dei quattro manifestanti fermati proprio tra via del Tritone e piazza Barberini sabato scorso. Per due degli indagati è stato sollecitato il carcere, per altri due gli arresti domiciliari. Il gip dovrebbe pronunciarsi sulle richieste della procura domani, dopo l'interrogatorio di garanzia già in programma a Regina Coeli. A tutti e quattro è contestata la partecipazione agli scontri con lancio di oggetti, ma i primi due rispondono anche di resistenza aggravata e lesioni a pubblico ufficiale. A carico dei quattro ci sono video e foto, oltre all'informativa della Digos. Sui due fidanzatini insanguinati, come li hanno definiti molti giornali, è intervenuta anche la fotoreporter che ha scattato la sequenza che immortala l'abbraccio e l'aggressione dell'agente. Yara Nardi, intervistata da Romatoday, ha spiegato: «Il modo in cui la stampa ha ripreso e ri-raccontato quell'immagine non mi è piaciuto. Sono convinta che alcune immagini siano bene comune e sono contenta se vengono riprese e diventano il simbolo della giornata, ma le strumentalizzazioni non mi piacciono. Non stiamo parlando di una soap-opera, è cronaca». Inoltre, ha aggiunto Nardi: «Se dovessimo basarci sulla mia esperienza di piazza, scene di manifestanti che si difendono a vicenda in momenti come quelli se ne vedono spesso. Ho solo avuto la prontezza e la fortuna di immortalarla. Inoltre non sono d'accordo con la distinzione tra manifestanti buoni e manifestanti cattivi, perché non è così. Per quel che ne sappiamo, in un corteo omogeneo come quello di sabato, potrebbero anche essere stati tutti d'accordo con l'assalto al ministero. Non lo possiamo sapere. Basarci su questa distinzione è riduttivo e una scorciatoia giornalistica». Scorciatoia che hanno cavalcato in molti senza farsi troppe domande.

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