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Killer di Firenze aggredito in carcere: un detenuto lo ha colpito con una scopa

Serena Cirini
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Riccardo Viti, reo confesso per l'omicidio di Cristina Zamfir, è stato aggredito da un detenuto nel penitenziario di Solliciano. Il killer d Firenze è in carcere dal venerdì 9 maggio, il giorno in cui gli inquirenti lo hanno prelevato dalla sua casa di via Locchi, nella periferia Nord del capoluogo toscano. A poche ore dal suo arresto, l'idraulico ha confessato di aver provocato la morte della prostituta rumena, costringendola a pratiche sessuali estreme e poi crocifiggendola sotto il cavalcavia di Ugnano. fino a causarne la morte.  L'aggressione - I suoi compagni di carcere, ora, sembrano intenzionati a punirlo per il suo crimine. Un detenuto, infatti, lo ha colpito alla testa lanciando un manico di scopa oltre le sbarre della sua cella, proprio nel giorno del suo arrivo a Solliciano. Un oggetto simbolico, dato che gli inquirenti ne hanno ritrovato uno nella cantina dove Viti nascondeva i suoi strumenti tortura. La scorta di agenti, che lo accompagnava tra i corridoi del penitenziario, non è riuscita a evitare l'aggressione. Pochi istanti dopo, il killer è stato portato in infermeria, dove è stato visitato e medicato.  "Non mangia e non parla con nessuno" - Ora il cinquantacinquenne si trova in isolamento, in regime di "grande sorveglianza". In quest'area del carcere, si trovano i condannati per pedofilia e violenza sessuale: reati che non sono accettati dal "codice d'onore" rispettato dagli altri galeotti. Dopo aver messo per la prima volta piede in cella, Viti non ha mai chiesto di uscirne per mangiare o per lavarsi. Il killer trascorre le sue giornate in silenzio, senza rivolgere la parola neppure agli agenti penitenziari. Chi ha il compito di osservarlo, ritiene che sia impaurito e terrorizzato. 

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