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Expo, Frigerio all'uomo delle coop rosse: "Chiami il suo pezzo di governo"

Andrea Tempestini
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C'è un'intercettazione dell'inchiesta Expo che sembra implicare i piani più alti delle istituzioni. Piani altissimi: il governo. L'intreccio è tra l'ex Dc Gianstefano Frigerio e le coop rosse, in particolare la Manutencoop Facility Management spa e il suo grande capo, Claudio Levorato, ad del gruppo. Il colloquio risale al 7 novembre 2013, quando a Palazzo Chigi c'era ancora Enrico Letta. "Sulla città della Salute tra poco comincia la fase delicata dei progetti - spiega Frigerio a Levorato -, bisogna che io da parte mia e lei da parte sua facciamo ogni sforzo di collegamento... che lei e io abbiamo sul quadro politico... per portare a casa un risultato pieno nei limiti del possibile (...). Per quello che posso fare io dalla parte del governo con cui ho rapporti io... questa è una carta che può servire anche a lei, forse anche di più". Dunque, una carta nel "governo" che Frigerio si può giocare per ottenere, suppone l'inchiesta, un appalto. L'ad della coop rossa risponde: "Si lavora per questo...non si lavora per stare a guardare gli altri". "E' tutto stabilito" - Di fatto, Frigerio chiede una mano a Levorato per spingere le ambizioni di carriera di Antonio Rognoni, allora dg di Infrastrutture lombarde, poi arrestato. E per spingere queste ambizioni chiede all'ad della coop rossa un aiuto sulla parte sinistra della politica, che si suppone - spiega il Corriere della Sera - "sensibilizzabile dal braccio cooperativo". Rognoni è una figura cruciale per gli obiettivi sia della coop rossa di Levorato sia per l'impresa privata di Frigerio (quella di Enrico Maltauro, anche lui arrestato e già condannato in Mani Pulite): nel mirino ci sono gli appalti pubblici della sanità lombarda (la città della Salute, in particolare, un progetto da 300 milioni di euro). Questa "partita", però, "non si può giocare avendo contro" il dg di Infrastrutture lombarde. Rognoni, non in sintonia con Roberto Maroni, nuovo presidente della Lombardia, vorrebbe dimettersi e trovare un posto di Stato a Roma. Frigerio è in allarme, e il 28 ottobre 2013 gli spiega al telefono: "Come fai a sfilarti, che sei la persona di cui... Scusa, prova a ragionare, questo è un punto centrale. A me interessa, anche se non ci sei tu, a me interessa, come dire, che le premesse culturali le metta giù tu...". E quando parla di "premesse culturali", Frigerio, parla di "appalto truccato". Rognoni lo tranquillizza sulla gara di cui discutono e che potrebbe venire assegnata dopo il suo addio: "E' già tutto stabilito. Il modo in cui la Commissione si dovrà comportare è già stabilito...". "Ho un'altra opinione..." - Per blindare la rete, dunque, Frigerio si adopera con il numero uno di Manutencoop, ed ecco che spunta il riferimento alla "parte di governo con cui ho rapporti io", che sarebbe il centrodestra. Poi un altro riferimento al "pezzo di governo" che "ce l'ha anche lei, forse anche di più...". Ossia la sinistra, vicina alle coop rosse. Levorato ribatte con ironia, facendo riferimento alle fibrillazioni nel centrodestra: "Guardi che i suoi sono un po'... a Bologna si dice scapadès, sfuggenti...". Poi torna subito serio: "Ho un'alta opinione di Rognoni", poiché manager che nella struttura pubblicistica vincolata da regole avrebbe però dimostrato di "sapere fare le cose in modo efficace in rapporto agli obiettivi, anche di tipo relazionale". Quel tipo di relazioni che fanno comodo alla rete per raggiungere gli illeciti obiettivi.

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